Il ladro

racconti erotici vita reale

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    Figon Member

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    Quella sera ero particolarmente stanca, dopo il lavoro non vedevo l'ora di tornare a casa e rilassarmi un pò. I blocchi informatici che avevamo avuto avevano fatto accumulare i pazienti ed erano tutti nervosi..soprattutto con me che sono in accettazione. Sono Chiara e lavoro in un laboratorio di analisi. Era tutto il giorno che sognavo il mio divano..la mia doccia ed il mio letto, ma non appena sono arrivata a casa, ho mangiato qualcosa al volo e mi sono diretta in doccia, l'acqua calda sulle spalle mi aveva fatto immediatamente scorrere via la tensione accumulata durante la giornata. I miei pensieri viaggiavano su tutto quelle persone che avevo saputo gestire nonostante le difficoltà informatiche, tante avevano capito e portavano pazienza ma altre di pazienza ne avevano poca e non appena alzavano un pò la voce, interveniva un infermiere del centro prelievi che con la sua voce ferma e calda chiedeva a tutti di pazientare e spiegava che il problema non era del laboratorio ma era generalizzato. Luis si chiamava. Sapevo ben poco di lui. Ci scambiavamo i saluti ogni giorno e giusto qualche informazione relativa al lavoro. Era alto, moro..occhi scuri e penetranti..e quando passava lasciava una scia deliziosa del suo profumo che inebriava la mia testa. Nonostante il nostro rapporto si limitava ai scambi di informazioni lavorative, tra noi c'era uno scambio di sguardi e sorrisi che non mi lasciava per nulla indifferente. Avevamo preso lo stesso ascensore e fu lui a rompere i ghiaccio "giornatina pesante oggi, eh?" Mi sorrise delicatamente "per fortuna è finita" replicai io e toccandomi inconsciamente il collo aggiunsi "mi ci vorrebbe un bel massaggio, ma mi accontento anche di una doccia rilassante". Le porte dell'ascensore si aprirono e lui appoggiò una mano sulla mia schiena per accompagnarmi fuori "ti auguro una buona serata..di relax" strizzando l'occhio. Lo salutai a malincuore, avrei voluto passarla decisamente con lui la mia serata.

    Pensando a Luis mi ero ritrovata ad avere i capezzoli induriti e la mia fica rasata che pulsava, richiedeva le mie attenzioni. Avevo finito di lavarmi in velocità, una volta uscita dalla doccia, avevo avvolto un asciugamano attorno al corpo e avevo sciolto i capelli biondi per dirigermi in camera da letto. Dal mio comodino avevo scelto un vibratore di colore fuxia, da un lato è come un pene, dall'altro ha un buchino aspirante.
    La mia mente tornò su quei suoi occhi che mi osservano, mi sentivo nuda dal modo in cui mi guarda. La mia mano iniziò a toccare il mio clitoride, due dita allargarono le labbra e il dito medio iniziò a disegnare dei piccoli cerchi sul clitoride. Poco dopo i piccoli cerchi si alternarono a dei colpetti e poi ancora a dei massaggi insistenti che mi provocarono un orgasmo. Cambiai posizione, appoggiai i piedi sul bordo del letto, presi quindi il vibratore, lo infilai nella mia fica e lo azionai con la vibrazione massima, avevo voglia di godere ancora, subito. Bastò veramente poco, inarcai la schiena..il vibratore toccò la parete con l'ano e la mia mente si offuscò letteralmente. Iniziai a massaggiarmi il clitoride velocemente e con l'altra mano mi scopai la fica fino ad esplodere, tolsi via il vibratore e un fiotto parti sul pavimento..adoro squirtare.
    Risi da sola e mi definii come una puttana, come mi faccio definire dai miei amanti.
    Pulii tutto e ormai distrutta ma compiaciuta, andai a dormire.

    Non so da quanto dormivo, ma fui svegliata da un rumore alla porta, come se qualcuno volesse entrare..nessuno aveva le chiavi se non i miei genitori, ma erano fuori città.
    Un ladro! Che dovevo fare? Dovevo sorprenderlo? Dovevo far finta di dormire? Ero terrorizzata e incapace di muovermi, decisi di far finta di dormire.
    La porta di casa si aprì, sentii i suoi passi felpati. Prima si diresse in soggiorno, ma non toccó nulla...poi in cucina, nemmeno lì tocca nulla.
    Lo sentii percorrere il corridoio..stava venendo verso me. Aprii la porta della mia camera, rimase sull'uscio per un pò, mi sentivo osservata..d'altronde ero con una canottiera e un perizoma. Avevo il cuore a 1000, avevo paura di respirare. Il ladro si tolse le scarpe e si avvicinò al mio letto, mi scostò I capelli dalla faccia mi accarezzò la guancia.
    Provavo terrore misto ad eccitazione, cercavo di stare più ferma possibile per far credere che stessi dormendo. Il ladro mi accarezzò la schiena, le sue dita seguivano tutta la colonna vertebrale fino a raggiungere l'ano. Ebbi un sussulto, penso se ne accorse. Scostò il mio perizoma e si fece strada nella mia fica con le dita, la trovò bella bagnata e ne infilò almeno un paio. Cercavo di assecondare i suoi movimenti per godere di quella violenza che poi tanto violenza non era. Quasi con mia delusione, dopo poco tolse le dita.. si staccò da me, si mise in piedi, tirò fuori il suo pene e iniziò a segarlo davanti la mia faccia. Strinsi le gambe perché mi stavo eccitando..evidentemente lui lo notò e si mise a cavalcioni sopra di me e mi passò il suo pene tra le natiche..e poi pian piano me lo infilò nella fica. Istintivamente portai la gamba sinistra verso il petto per aiutarlo nella penetrazione. Lui si distese sopra me appoggiando il petto sulla mia schiena, la sua bocca sul lobo del mio orecchio sinistro mi provocò una serie di brividi lungo la schiena facendola inarcare..il suo cazzo entrò perfettamente dentro me e iniziò a muoversi delicatamente.
    Il ladro mi baciò l'orecchio, poi il collo..la spalla. Iniziai a mugolare dal piacere e più mugolavo più il ritmo aumentava. Sentivo quel cazzo riempirmi e lo sentivo sbattere contro le pareti dell'ano provocandomi un orgasmo intenso.
    Lui quindi si tolse da me, mi girò mettendomi giù di schiena e io fingendo sempre il sonno profondo, mi arresi alle sue gesta. Mi aprii le gambe, puntò di nuovo il suo cazzo sulla mia fica e riniziò a scoparmi. Il suo viso era vicino al mio, sentivo il suo respiro e il suo odore..il suo profumo. Quel profumo che tanto mi inebriava ogni giorno..era lui il ladro. Lo lasciai fare, ormai non contavo gli orgasmi che mi faceva provare. Anche solo mordicchiando i miei capezzoli. Lo sentivo ansimare tra i miei grossi seni, mentre me li leccava sentivo il suo cazzo farsi sempre più grosso e duro, pronto ad esplodere, mi auguravo non dentro la mia fica.

    Pochi colpi intensi dopo, uscì dalla mia fica fradicia, prese il suo cazzo e con la mano iniziò a segarsi velocemente, fino a venire sulle mie tette.
    Si rivestì, mi diede un leggero bacio sulle labbra e se ne andò, lasciandomi in quel letto sporca, goduriosa e tanto incredula.
    La mattina successiva mi svegliai presto, avevo mille pensieri per la testa, non sapevo se affrontarlo o lasciar stare, fare una denuncia o assecondarlo. Devo ammettere che mi aveva fatto godere..ma era pur un abuso..cazzo se mi aveva fatto godere.

    Le labbra della mia fica si gonfiarono di nuovo, era di nuovo bagnata e vogliosa, presi quindi il dildo a ventosa e lo fissai alla parete della doccia, aprii l'acqua, aprii le cosce, mi piegai a 90 e mi scopai il mio fedele amico.
    Mentre la mia fica era piena, mi toccavo il clitoride con la mano destra, e con la sinistra mi strizzavo i capezzoli. I pensieri affollavano la mia mente, e di colpo raggiunsi il piacere..mi tolsi dal dildo e un fiotto uscì dalla mia fica..adoravo vedere quanto riuscivo a venire.
    Finii di farmi la doccia, mi preparai velocemente e andai in ufficio prima del solito.
    Sentii vociferare, andai nella stanza prelievi con il cuore in gola ma trovai solo due infermiere "Buongiorno! Siete solo voi?" Chiesi. L'infermiera più anziana mi rispose "Ciao Chiara, no c'è anche Luis, ma dev'essere in ufficio", le ringraziai e mi diressi in ufficio, mi mancava il fiato.
    Aprii di scatto la porta e lo trovai con il cazzo in mano e si stava segando, cercò di ricomporsi velocemente. "Ciao Chiara, mi dis". Lo interruppi dicendo semplicemente " A stasera" e gli porsi la chiave di casa.
    Me ne andai, vogliosa più che mai.
     
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