Una favola di Natale

"Pochade" alla francese, che ha divertito i miei amici a Natale quando l'ho presentata durante il cenone. Speriamo diverta e faccia ridere tanto anche voi. Ne abbiamo tutti bisogno.

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  1. Donatella55
     
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    Questa storia è aderente alla realtà esattamente come lo sono Babbo Natale e le sue renne, sebbene molti detrattori dicano che sia un pupazzo inventato dalla Coca Cola - all’inizio del secolo scorso - che viaggia su un particolare camion aziendale usato soltanto la notte della vigilia della festa. Voglio sperare che l’atmosfera di gioia e di intimità natalizie che si effonde da questa pagina penetri nei vostri cuori prolungando per tutto l’anno la magia di questa Santa Notte.
    Notte di un qualsiasi Natale di inizio secolo in una città del centro Italia. In una modesta villetta unifamiliare di periferia, costruita negli Anni Dieci del secolo scorso da una cooperativa operaia, dipinta in color gridellino non inadatto all’esterno di una camera mortuaria, abitano Lara e il figlio Alfredo. Lara, nonostante abbia superato da poco i trent’anni, si presenta come una ragazzona, con lunghi capelli castani e occhi azzurri, che esprimono bontà e ingenuità, giusto per non scrivere stupidità; il figlio è un bello ma del tutto insignificante sedicenne, con una folta chioma, alto e atletico. Insomma un appetibile maschio a condizioni che non apra la bocca perché da essa non escono che sciocchezze; non per nulla combina poco a scuola, ha poca o nessuna voglia di lavorare ma ne ha tanta di trombare sebbene, pur essendo un buon torello da monta, riscuota poco successo perché le ragazze vedono immediatamente quant’è fesso e lo evitano come la peste. Fesso si, ma furbo, ben più di sua mamma, e per questo serviva poco. Lara era seduta in poltrona, vicina all’albero decorato da mille luci, palloncini e festoni e leggeva, distraendosi continuamente, un libro perfettamente adatto alla sua levatura culturale, pubblicato nella collana Harmony, che aveva avuto in prestito dalla cameriera sua coetanea nonché amica e confidente che lavora al bar “Ragno Blu” all’angolo della strada. Pensava al padre di suo figlio; bello come lui, altrettanto poco sagace e soprattutto mascalzone. La sera in cui venne deflorata fu, per lungo tempo, quella più felice della sua inutile vita; il ragazzo la montò e lei si sentiva splendidamente donna. Trascorse ben poco tempo quando, dopo il ritardo delle mestruazioni, constatò di essere incinta e il papà del baby, gratificandola con i titoli di troia e di fedifraga, non si fece mai più vedere. Il tempo era passato e con esso una vita difficile; il bambino era diventato un ragazzo che, non trovando soddisfazione fuori, sfogava in casa le sue pulsioni sessuali. Si masturbava smodatamente, lasciando tracce ovunque come i gatti quando segnano il territorio e, ultimamente, si notava benissimo che era attratto sessualmente dalla sua mamma. Lara in un primo tempo provava un misto di stupore, paura, lusinga - si tratta pur sempre di una donna - e decise di non dare troppo peso al problema che, tuttavia, diventava ogni giorno più incombente. Così provò a non indossare le mutandine, in modo che Alfredo vedesse quanto desiderava mentre lei fingeva di non accorgersi consentendogli così di sfogarsi; in seguito, ogni tanto, non indossava il reggiseno con il risultato che il ragazzo era sempre più eccitato e si ammazzava di seghe dalla mattina alla sera. La povera Lara non sapeva come contenere quella furia: possibile che non trovasse una ragazzina della sua età con la quale sfogare, ricambiato, le sue necessità sessuali? La strada era in discesa; prima consentì di farsi lavare la schiena e di farsi asciugare dopo il bagno dal tiranno domestico, poi si piegò a lasciarsi vedere nuda per ore e il prossimo passo, l’aveva capito, era il rapporto orale e poi…..Decise che nei primi giorni dell’anno si sarebbe fatta prescrivere un anticoncezionale perché si aspettava che prima o poi il figlio la montasse e lei avrebbe opposto ben poca resistenza anche perché da tanto tempo desiderava un uomo, quale che fosse, per fare l’amore con esso almeno per una notte. Ormai era arrivata a masturbare Alfredo anche più volte al giorno; si sentiva appagato e aveva smesso di sporcare ovunque in casa e questo era già un risultato. Di solito il ragazzo si attaccava al seno e lei, docile, provvedeva al suo piacere; era lieta di ripulirsi la mano dal seme del figlio, sempre abbondante e denso e, in fondo, anche lei era appagata. Mentre pensava a tutto questo, d’improvviso, sentì sul tetto qualcosa che scorreva sulla neve, come fosse stato un uomo sugli ski. Notò anche che cadeva un po’ di neve dal tetto; la si vedeva bene dalla finestra del tinello. Si percepì un rumore nella canna fumaria e a questo punto Lara, pur non eccelsamente intelligente, capì che Babbo Natale stava per scendere dal camino con la sua gerla carica di doni. Percepì tre rumori, emessi in rapidissima successione, come tre lontani spari di petardi che lì per lì non poté ben identificare; per un attimo pensò trattarsi di tre scoregge silenziate come quelle emesse dai preti sotto la tonaca. Ma sarebbe mai possibile pensare che Babbo Natale scoreggi? E nel camino, poi! No che non era possibile. Prac, prac eccolo di nuovo quel rumore: sono due spetazzate, non c’è dubbio. Anzi, sembrerebbero scariche di diarrea, di squacquarella. Lara, molto perplessa, osservava il camino; ora vi era quasi una nevicata di fuliggine. Ecco, Babbo stava scendendo. Che emozione! E vero che non si deve guardare Babbo Natale ma questo vale per i bambini, non per gli adulti….ecco, ecco..altra fuliggine poi qualcosa di rotondo, enorme, rosso: il culone di Babbo Natale! In quel preciso momento da esso partì una scoreggia da gelare il sangue seguita dall’inconfondibile gorgoglìo della merda liquida e densa come la cioccolata calda in tazza. O cielo, allora è vero! Anche Babbo Natale scoreggia e forse si è perfino cacato addosso. Eccolo, finalmente: alto, pancione, con la faccia e il naso rubizzi tipici degli ubriaconi. Si stiracchiò a lungo, emise altra svaporazione e un rutto da rivoltare l’anima. “Maledette paste! Le ho tutte sullo stomaco quasi peggio di quello stronzo di Giacomino, dio lo strafulmini. Dunque, vediamo un po’. Qui abita Alfredo….ah si, quello che vuole il mio aiuto per trombare sua mamma. Va bene, gli si lascia un po’ di dolci, una scatola formato caserma di preservativi e due DVD porno e poi si vede per la chiavata cosa si può fare..ma guarda ‘sto bischero…sedici anni buttati nel fosso” Fece due passi avanti, tirò un’altra allegra spetezzata alzando lievemente la gamba destra e inciampò in un panettone finendo a gambe all’aria. “Ecco i frutti della pubblicità televisiva, dio bonino….quel bischero ha messo qui il panettone per pararmi il culo e invece mi ha fatto inciam¬pare...adesso gli si mette i preservativi bucati, anzi i dolci purgativi almeno se ne sta con la cacaiola fino all’Epifania, questo brutto bischero”. Nel rialzarsi si trovò faccia a faccia con Lara. “E te chi sei, maremma maiala?” “Babbo, sono Lara, la mamma di Alfredo” “Ah, te ti chiami Lara! Bona davvero, ci ha ragione tuo figlio, gli è meno bischero di quel che credessi” “Come dice, Babbo?” “Nulla, ‘un dicevo nulla, si parlava, così, per parlare, ecco” “Che brutto odore Babbo! Scusi, si è forse cacato addosso dopo tutte quelle puzzette….” “Certo che sì! ‘Un penserai mica che io puzzi così tutto l’anno….mi hanno fatto una carognata e devo portare il pannolone.” “ Oh povero Babbo! Che cattivi!” “Eh si. Tutto per un equivoco” “ Un equivoco?” “ Ma si! Devi sapere che da qualche tempo i bambini mi chiedono regali, ‘ome dire, sessuali” “ Davvero?” “ Eh si. Vibratori, DVD porno, pillole anticoncezionali e quant’altro. La mia officina sembra un pornoshop ma questa è la vita, anzi il mercato del giocattolo. Le bambole non vanno più; meglio il vibratore, che mondo! O tempora, o mores..” “ Cosa c’entrano le more, adesso?” “Le more?” “Ma si, l’ha detto or ora lei, Babbo” “Mi sarò confuso, sono vecchio. Forse si trattava del ribes.” “Eh si, forse.” “Ma cos’era questo equivoco?” ”Oh, la fonte della mia disgrazia!” “Racconti” “Un bambino qui vicino mi ha chiesto una Sega. Sai com’è, con tutte quelle strane richieste, ho equivocato. Credendo che fosse una sega e non il gioco elettronico, ho fatto in modo che la mamma e la sorella lo accontentassero. E lui, ingrato, mi ha scritto che era sessualmente felicissimo ma che desiderava comunque quell’altra Sega, l’incontentabile; ad ogni modo avrebbe lasciato sotto l’albero un regalo per me e per le renne. Consisteva in quattro schifosi panettoni Conad raffermi, trovati "sotto il nostro cielo" e pagati sottocosto e un ammiccante cartoncino di paste riservato a me. Il tutto farcito con il Guttalax. Dopo aver mangiato quello schifo, le renne prima scoreggiavano come la sirena di un transatlantico e poi cacavano a fontana, riempiendo di merda tutto il villaggio durante il volo; anch’io dovevo scaricarmi a tutti i costi. Così apersi il dono destinato a un nonnino, estrassi uno dei pacchi di assorbenti e lo usai. Ne ho già 'ambiati tre.” “Credo di sapere che l’attentatore si chiama Giacomino” “Gli è vero. Se l'avessi in culo, lo andrei a caare alla Meloria, quel brutto stronzolo! Ma te ‘ome lo sai che é lui?” “Me l’ha detto mio figlio. Gli ha spiegato che sua mamma e sua sorella gli fanno le seghe dalla mattina alla sera per intercessione di Babbo Natale ma non vogliono farsi trombare.” “ Ah” “ Ma io sono furba, furbissima, molto più della mamma di Giacomino” disse Lara con gli occhi quasi illuminati. Immagini il lettore come doveva essere la mamma di Giacomino. “L’ho vista comperare i preservativi” “Deh, serviranno per il marito” “No no, lui fa la retromarcia, è cattolico. Infatti hanno già due figli. No, li usa con Giacomino e probabilmente anche la sorella fa lo stesso” “ Maremma buhajola..tutti che trombano e io e le mie renne qui a caaarci addosso per colpa di quel verme! L’anno venturo gli porto un giocattolo esplosivo” “ Babbo, si accomodi. Beve qualcosa? Un bella Pepsi Cola ghiacciata? “ Il vecchietto si inalberò “Ma no, diavolo, io per contratto posso bere solo Coca Col….ma cosa mi fai dire…io di solito bevo Coca Cola, per libera scelta, mi piace tanto solo quella. Ce l’hai?” “ No, fa venire la diarrea ad Alfredo” “Che poi va a caaare per tutta la casa e perfino sul comò” Lara rise. “Ma no, soltanto in terra! A proposito, perché quando le civette sono due e si posano sul comò prima cantano ambarabàciccicoccò e poi trombano la figlia del dottore?” “E io che ne so? L’ho sentito dire ma non ho mai assistito all’evento. L’è un bel mistero!” “A proposito di misteri: gli è vero che le sue renne fanno passare i dolori alla gente? “Si che è vero. Te ti metti in terra, loro ti vengono sopra a gambe all’aria e ti premono, dorso contro dorso. L’è il famoso volta-ren, questo, e i dolori scompaiono”. “Un buon the freddo, Babbo?” “Ecco si, ottima idea”. Ecco la bevanda, un paio di pasticcini (Guttalx-free) e si parla. Babbo spiega a Lara la richiesta del figlio; essa ne resta assai poco stupita. “So che mi desidera, ma non pensavo che scomodasse addirittura Babbo Natale per questo” “Deh Lara, per certe ‘ose, ovvìa….poi te sei bella e desiderabile. Davvero” “ Si, si. Sa, forse mi rendono desiderabile agli occhi di mio figlio la mia intelligenza e la mia astuzia tutta femminile. Lei che dice?” Babbo la guardò perplesso “Si, è possibile, ma sai, a quell’età è la topa, o la passera che dir si voglia, che attrae di più. E dimmi, hai voglia anche te di lui?” Lara arrossì “Beh, insomma. È un bel torello, mi piace molto, questo si, ma ho paura che mi faccia fare un figlio, in certi momenti perde la testa…” “E se ti aiutassi io?” insinuò serpentinamente il malefico vecchiaccio vestito di rosso “Beh allora sarebbe diverso. Ma come può aiutarmi, Babbo?” Di colpo, e stranamente, gli occhi di Babbo Natale divennero due fessure e se Lara fosse stata un poco più accorta ne avrebbe avuto paura: Babbo era pisano e in quel momento ricordava quando, anni prima, aveva regalato a una ragazza labronica sua conoscente una scatola di preservativi forati; e fu davvero cosa ardua spiegare al marito la nascita di un bambino mulatto, avendo essi casa vicino alle basi militari U.S.A. “Ora te lo dico. Io posso darti qualcosa che ti permette di trombare con tuo figlio senza problemi di restare incinta. Ho una pillola mirata; tu la ingoi e lei uccide solo i suoi spermatozoi. Attenta però; se ti monta un altro maschio fai un figlio, sicuramente. Ti va?” “ Si, si., magnifico Ma è sicura?” Per un attimo Babbo Natale voltò la testa: stava forse ridendo? “Sicuris¬sima, altroché. Dimmi, hai tanta voglia di farti chiavare da Alfredo?” “Da morire” “Bene. Ora la prendi, poi svegli Alfredo, ci vai a letto e parti con un bel 69 così vi scaldate entrambe e poi vi accoppiate come ricci fin che volete e senza fare figli e siete tranquilli. Contenta?” “Si Babbo, tra un attimo vado a svegliarlo e poi...” “Ecco, brava. Attenta che quasi subito scompariranno le mestruazioni e ti verranno le tette dure e grosse e un po’ di pancia. E normale, una specie di gravidanza isterica. Fai così. Prendi subito questa pillola, ingoiala senz’acqua” e le porse un confetto Falqui. “Ecco Lara, questo ti pone al sicuro da gravidanze indesiderate” e ancora Babbo Natale era sul punto di ridere. “Vedi, contiene il bisacodile che blocca gli spermatozoi di tuo figlio. Bisacodile, basta la parola!…..Essi sono riconosciuti dal farmaco, che agisce per un anno, ma devi farti montare entro le dodici ore da quando l’hai preso così si attiva. Mi raccomando” “ Stia tranquillo, corro! Wow!” “Ecco, brava. Poi in marzo, prima setti¬mana, prendi insieme queste tre pillole” “Cosa sono?” Si trattava di tre pastiglie di Pursennid. “E’ un ottimo prodotto americano che integra l’azione del bisacodile e sono in effetti sennosidi A+B come sali di calcio, anch’essi spermicidi intelligenti, cioè che agiscono contro gli spermatozoi emessi da quel maschio che tu sai e solo da lui, cioé dal tuo Alfredo”. “Fantastico”. “Sei contenta?” “Si, tanto, sarà un Natale indimenticabile” “Oh si, per entrambi. L’anno venturo porterò qualche re¬galino in più…..” “Grazie Babbo”. “Che fai, ora?” “Vado di sopra, mi spoglio, scivolo nel letto di Alfredo e lo accarezzo laggiù. Voglio un bel 69 e poi sarò sua. Passeremo Natale e S.Stefano di fuoco, a letto a fare l’amore.” “ Bellissimo, quasi come se faceste un bambino….hai fretta vero? Hai un’espressione particolarmente intelligente in questo momento!” “ Si vede? E’ il mix di gioia e desiderio…” “Dai, vai Lara e fatti montare dal tuo Alfredo, ma non dirlo a nessuno, per carità, nemmeno al prete. Buona notte e buon divertimento.” Lei si allontanò verso le scale e lui risalì la cappa del camino, spetazzando a mo’ di mitraglietta, piegato in due per il gran ridere. Salì a bordo della slitta ma prima tese l’orecchio: miseria, avevano già cominciato! Così mentre una nuova vita sbocciava, sia pure grazie a un atroce scherzo, la slitta si allontanò nel cielo stellato e freddo, lasciando una scia di merda liquida che, solidificandosi, componeva le beneauguranti parole “Buon Anno”. Che sarà, al solito, di merda, per tutti noi.
     
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