La creatura

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    Figon Member

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    L'oscurità la graffiava con i suoi affilati artigli, mentre le guance le si rigavano di lacrime isteriche. Quella stupida torcia non serviva a niente! A pochi metri da lei giacevano i suoi genitori, morti, insieme a quelli che le avevano presentato come vecchi amici d'infanzia. In quella casa c'era qualcosa, qualcuno. Strinse stretti a se quei due bambini che appena conosceva, ma che da subito l'avevano stregata con quei loro grandi e dolci occhioni.

    -Mary! Stuart! Quanto tempo che non ci vediamo! Entrate! Questi sono i vostri piccoli? Sono meravigliosi! I bambini più belli che abbia mai visto! Sembrano degli angeli! Non è vero John? Non lo pensi anche tu?-


    Chiuse gli occhi, cercando di regolare il respiro. Dovevano nascondersi. Dubitava che il suo minuscolo coltello da cucina avrebbe potuto fermare la cosa che aveva ridotto i suoi genitori in quel modo. Dio, ancora non ci credeva! Il sorriso di sua madre...! No, quella non era lei, non più! Quegli occhi vuoti, bianchi, spalancati, a fissare il vuoto senza neanche vederlo! E suo padre! Il petto diviso da un profondo taglio sanguinante, dal quale erano state estratte budella e il cuore! Cercò invano di scacciare quei pensieri con un'altro urlo agghiacciante. Perfino il rumore delle sue stesse urla la spaventava a morte. I piccoli la guardavano con sguardo interrogativo. Loro non avevano visto niente, li aveva subito allontanati da quella scena


    -Signorina, signorina! Ho finito il disegno!- -Ma bravo! Andiamo a farlo vedere a mamma e papà, ti va?- -Siii!-


    Il fratellino si fece avanti, tenendo stretta la mano della sorella, come da volerle incutere sicurezza. Fu colpita da quel gesto, non si sarebbe aspettato qualcosa di tanto maturo da un bambino di cinque anni. Si volevano davvero bene, quei due.

    -Signorina, che è successo? Perché ha quel coltello?-

    Le chiese, assottigliando gli occhi. Le lacrime continuavano a bagnarle le guance, ma si sforzo di regalare ai piccoli il più radioso e tranquillo dei sorrisi.

    -Nulla, nulla. Andiamo a giocare... in cantina. Ci sono tante belle cose in cantina.-

    Proteggendo i piccoli con il braccio, corse su per le scale. In cantina la creatura non avrebbe potuto trovarli. Quando la sua mano entrò in contatto con la maniglia della porta, un senso di salvezza la pervase. Erano salvi. Erano salvi! Aprì la porta, per poi girarsi verso i bambini. Lasciò cadere la torcia. Due paia di occhi bianchi come la luna rilucevano nel buio, insieme a due ghigni insanguinati, che sembravano non voler lasciare il loro colore all'oscurità.

    Sembrano degli angeli.



    Fonte: Creepypasta Italia Wiki
     
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