Call of Duty: Black Ops 2

COD: Black Ops 2 Xbox 360, PS3

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    Sviluppo: Treyarch
    Pubblicazione: Activision Blizzard
    Serie: Call of Duty
    Data di pubblicazione: 13 novembre 2012
    Genere: Sparatutto in prima persona/terza persona
    Tema: Guerra futuristica
    Modalità di gioco: Singleplayer, Multiplayer, Zombie, Strike Force
    Piattaforma: Xbox 360, Playstation 3, Microsoft Windows, Wii U, Ps Vita



    Nel corso degli ultimi anni Activision ha impresso a fuoco il nome Call of Duty sulle mani dei videogiocatori. Alternando annualmente la serie di Modern Warfare con quella di Black Ops le vendite di ogni singola iterazione hanno superato regolarmente le aspettative, infrangendo qualsiasi tipo di record ed entrando di diritto nell'olimpo dei videogame.
    La community tuttavia è spaccata in due fazioni distinte, tra chi idolatra uno degli FPS più venduti nella storia e chi invece non è contento del successo della serie, rea, secondo loro, di proporre regolarmente prodotti dalle caratteristiche sin troppo similari tra loro e scarsamente godibili nelle modalità per giocatore singolo.
    Quest'anno tuttavia il colosso statunitense sembra aver recepito forte e chiaro il messaggio e pensando quindi in prima battuta ai videogiocatori porta sugli scaffali dei negozi un titolo rivisto sotto molti aspetti e, sena tanti giri di parole, davvero completo.
    Tornano così i ragazzi di Treyarch con Black ops II, seguito diretto del primo capitolo, con un prodotto voglioso di uscire dai canoni del genere per proporre nuove idee, virare con piglio deciso al multiplayer competitivo ed accontentare anche chi da COD cerca il solito feeling frenetico di sempre. Un'impresa veramente ardua, riusciranno tutti questi elementi ad incastrarsi tra loro?

    Fuoco alle polveri, nel passato presente e futuro!
    La trama di Black Ops II si sviluppa in due tronconi ben distinti. A fare da miccia al tutto non poteva che essere ovviamente che il buon Mason. Non stiamo però parlando di Alex ma di David figlio del protagonista del primo capitolo alle calcagna di Raul Menendez, neo dittatore e capo dell'organizzazione Cordis Dies deciso a riportare l'intero pianeta ad una sorta di equità monetaria, passando ovviamente dalla mera forza bruta per ribaltare gli attuali e portare sofferenza nel cuore di tutti coloro hanno segnato la sua vita da giovane, fatta di perdite dolorose e rinunce. La trama, da uno spunto banale come questo riesce a scendere tuttavia in profondità grazie a flashback riusciti, chiari nella narrazione ma in grado , attraverso le azioni del giocatore di modificare in maniera rilevante la trama.
    Il gradito e inaspettato ritorno di Woods servirà come pretesto per farci rivivere alcuni retroscena interessanti e permetterà al contempo al gioco di variare velocemente ed in maniera serrata ambientazione. Sono infatti le parole del veterano, attraverso i ricordi vissuti in prima persona dal giocatore, a narrare gli accadimenti avvenuti negli anni 80 quando lui e Mason combattevano ancora spalla a spalla tra fuoco e piombo. Un dualismo fortissimo già vissuto nel primo capitolo, acuito in questo nuovo episodio dalla sensazione che le menti dei due guerrieri si sostenessero a vicenda per non crollare davanti alle terribili scene di morte costrette a vivere giornalmente.
    Tematiche più profonde e più mature, se lette con cura, rispetto a molti altri FPS sul mercato, in grado di convincerci e rapirci completamente.
    Treyarch ha infatti deciso quest'anno di curare la parte per giocatore singolo in maniera certosina ed oltre alla narrazione curata, la possibilità di saltare da un campo di battaglia all'altro, partendo dalla guerra in Angola a bordo di imbarcazioni, per poi passare a combattere in sella a un cavallo in Afghanistan ed arrivare nel bel mezzo di scontri a fuoco in Nicaragua permette di non annoiare mai il giocatore, rapito da una storia che riuscirà ad amalgamare in maniera molto piacevole i momenti lenti dedicati agli sviluppi narrativi con le azioni di guerriglia serrate. Proprio quando le cose sembrano prendere la solita piega ed il giocatore si sta abituando al susseguirsi degli accadimenti Black Ops II ci fionderà nel futuro, tra palazzi e droidi blindati, dotati di armi in grado di penetrare muri e visori a ricerca di calore, mischiando ancora una volta le carte in tavola ma senza mai far perdere la visione generale delle cose.
    Una varietà che non poteva che far bene alla serie ma inutile da sola a risollevarla da quell'alone di già visto e già fatto che troppo spesso ci ha accompagnato nelle ultime occasioni. A dare manforte in questo senso arrivano le Strike Force: missioni strategiche piazzate a intervalli regolari durante la campagna. In questo ambito potremo controllare tramite una comoda mappa tattica le unità messeci a disposizione e con queste compiere obiettivi differenti, siano questi di difesa di postazioni o di assalto puro. Con pochi semplici click potremo quindi muovere le truppe sulla mappa o entrare nei panni delle stesse, siano essi soldati droni o torrette, per comandarle in prima persona e falcidiare gli avversari.
    Lasciate agire da sole le unità non rispondono sempre a dovere ma se controllate direttamente riusciranno a regalare diverse soddisfazioni. Una gradita aggiunta quindi che tuttavia, a causa appunto di un'IA non sempre certosina, avrebbe meritato più cura per riuscire ad emergere come elemento peculiare della campagna invece che comparire come semplice diversivo.
    La parte del leone va quindi ai finali molteplici che la storyline ci saprà regalare. Questi andranno via via a plasmarsi attraverso decine di scelte che il giocatore dovrà compiere durante l'evolversi della vicenda. Salvare qualcuno da un rapimento per esempio, piuttosto che lasciarlo al suo destino potrebbe variare molto poco la narrazione e non per forza influire direttamente sul finale, laddove magari una situazione meno significativa potrebbe incidere maggiormente sull'intera trama.
    Le scelte non saranno sempre palesate di fronte al giocatore e mentre alcune volte si potrà decidere cosa far accadere semplicemente premendo un determinato tasto, in altre la libera interpretazione sull'azione da compiere diverrà il vero fulcro della decisione.
    Treyarch ha quindi buttato nel calderone un ottimo mix di ambientazioni, decisioni determinanti durante la narrazione, missioni strategiche e diversi finali ottenendo un miscuglio davvero esplosivo che saprà appagare davvero tutti gli amanti degli FPS.
    Dal punto di vista del gameplay non sono state fatte modifiche in grado di stravolgerlo ma nonostante ciò anche in questo contesto si vedono nuove idee. Sono state abbandonate finalmente le sessioni in slow motion dopo l'abbattimento delle porte, ora sostituite spesso e volentieri da cut scene realizzate con il motore di gioco in grado di esaltare ancor di più, e allargate in modo sensibile le mappe di gioco, mettendo da parte finalmente gli annosi corridoi infiniti classici della serie favorendo contemporaneamente azioni ad ampio respiro. I punti di ingaggio così diventano molteplici e le vie percorribili differenti, in senso pratico tutto ciò si traduce nella possibilità di completare le missioni seguendo diverse vie differenti, molto spesso cambiando completamente lo stile di approccio alle stesse. Alcune per esempio richiederanno movimenti più "stealth" mentre si potrà sempre optare per l'assalto frontale a mitra spianato, così da cercare di accontentare un numero ancor maggiore di utenti per un risultato finale più che soddisfacente.
    Una volta giunti alla fine della campagna si sbloccherà poi la possibilità di effettuare un rewind delle missioni già completate, modificando scelte fatte in precedenza e rivivendo la storia in modo completamente diverso allungando di molto la longevità della campagna singleplayer che va ad attestarsi a modalità difficile attorno alle sette ore abbondanti.

    Evoluzione più che rivoluzione
    Quando un gioco vende oltre venti milioni di copie all'anno scegliere di modificarne un elemento in maniera radicale potrebbe significare perdere gran parte dell'utenza affezionata. Treyarch ha quindi deciso di mantenere il solito e ormai ben delineato gameplay per la parte multiplayer evolvendolo tuttavia in maniera sostanziale verso un gioco di squadra migliorato, alla ricerca di quella collaborazione che nei precedenti capitoli veniva messa da parte in favore di una affannosa ricerca dell'uccisione più veloce.
    Il metodo migliore per raggiungere questo obiettivo è stato dunque quello di eliminare completamente le killstreak in favore di punti bonus ottenuti non solo per le uccisioni ma anche per gli assist ed il completamento di obiettivi principali e secondari contestuali alla modalità scelta. Catturare una bandiera, piazzare una bomba od evitarne la detonazione garantiscono ora un quantitativo di punti sostanzioso che, sommato a quello ottenuto per le kill, vi permetterà di sbloccare i vari bonus. Questi vanno ovviamente dal classico UAV per spottare gli avversari, al disturbo radar o a casse contenenti bonus casuali, fino ad arrivare a poter controllare devastanti torrette automatiche, elicotteri, Vtol ed anche i temutissimi cani K9. I bonus per gli score streak sono in grado realmente di ribaltare le sorti di una partita ed il loro utilizzo risulta più o meno utile a seconda della modalità a cui state partecipando, garantendo così un ampio ventaglio di scelte nella costruzione della propria build e costringendo i giocatori a tenere aperte sempre due o tre possibilità per potersi adattare al meglio ad ogni evenienza. Tutto ciò è possibile grazie alla nuova struttura senza classi del multiplayer. Ora ogni giocatore avrà a disposizione dieci slot di equipaggiamento, da riempire come meglio crede.
    Ad esempio sarà possibile selezionare l'arma primaria e rimuovere completamente quella secondaria, liberando così uno slot per aggiungere un ulteriore attachment al fucile, o ancora rimuovere le granate per poter equipaggiare perk aggiuntivi tramite le apposite wild card.
    I perk, divisi in tre rami, racchiudono più o meno tutti i bonus già visti in passato, senza particolari novità in grado di stravolgere le opzioni di gioco.
    Tutta questa libertà si riflette anche nel comparto armamenti, laddove ora ogni singolo fucile ha la propria barra di esperienza, con i relativi livelli, e sblocca con questa ulteriori gadget e migliorie tra mirini ottici silenziatori o caricatori supplementari. Si potrà ora quindi raggiungere il prestigio anche con le armi per sbloccare ottiche sempre più potenti, in maniera del tutto separata rispetto ai progressi fatti con il proprio account.
    Tutta una serie di feature quindi che se sommate tra loro danno l'idea di quanta malleabilità ci sia nel sistema di gioco e quanta libertà di personalizzazione sia stata lasciata al giocatore, che potrà passare decine e decine di ore sul titolo solo per poter trovare la combinazione a lui più congeniale.
    Le modalità disponibili richiamano fortemente quelle del primo Black Ops, con l'aggiunta di alcune opzioni viste in Modern Warfare 3 come ad esempio la riuscitissima Kill Confirmed, a nostro modo di vedere una delle migliori aggiunte dell'intero pacchetto. Non mancano ovviamente i vari Dominio o cattura la bandiera, deathmach a squadre o assalto e difesa per una completezza senza precedenti. A questo si aggiungono modalità particolari come Gun Game o Uno in canna.
    Sebbene le mappe non raggiungano le dimensioni di Battlefield 3, gli sviluppatori hanno optato quest'anno per regalare ai player zone di guerra più vaste, con punti da difendere sempre con almeno tre punti di accesso e sviluppate sia in larghezza che in verticale. Non sono stati rimossi ovviamente gli scontri nei corridoi o le sparatorie a corto raggio ma ora gli amanti degli appostamenti saranno in grado di trovare diversi spot interessanti in quasi tutte le mappe di gioco.
    Per tutti gli amanti delle sfide competitive, Activision ha poi messo in piedi un sistema di ranking internazionale attraverso partite classificate online, da poter sfruttare sia in solitaria sia con un team precostituito di amici e siamo sicuri che gli eventuali sviluppi del sistema, con il giusto supporto da parte della società potrebbero dare nuova visibilità a COD nelle competizioni di alto livello.

    Ahhh Braiiins
    Con un singolo superlativo e un multiplayer solido e completo la modalità zombie sembra quasi essere un semplice contorno, ma quando otto persone imbracciano i fucili per resistere a ondate di zombie sputati dall'inferno la sopracitata modalità di gioco si rivela essere tutto fuorchè banale. La nuova opzione Tranzit metterà i giocatori all'interno di un percorso circolare, assediati ovviamente dai famelici mangiacervello, e questi per potersi spostare in sicurezza da una location all'altra potranno salire su un autobus speciale guidato da un robot che puntualmente muoverà il veicolo per tutto il perimetro. A intervalli regolari quindi i giocatori potranno salire sul mezzo per spostarsi o decidere di rimanere a presidiare una zona finchè questa non sarà troppo piena di mostri o si saranno esaurite le scorte di armi speciali a disposizione. Come sempre la modalità zombie cambia radicalmente l'approccio alle partite, garantendo un gameplay più ragionato rispetto alla frenesia che caratterizza tutto il gioco e un livello di sfida dannatamente elevato, un diversivo utilissimo per potersi staccare dal solito tran tran.
    Purtroppo le poche mappe a disposizione, e la mancanza di qualche modalità come zombie arcade, presente nel primo Black Ops, lasciano l'amaro in bocca ed in virtù del grandissimo quantitativo di spazio extra che sembra esserci sul mondo di gioco durante la selezione del livello, viene logico pensare che zombie sarà pesantemente strutturata sui DLC, e che nuove aree, armi (non moltissime in questo caso) e nemici verranno aggiunti regolarmente con i contenuti dell'immancabile Season pass.
    E' una mancanza che però non ci sentiamo di colpevolizzare eccessivamente visto quanto di buono e soprattutto quanta carne al fuoco sia già presente all'interno del titolo, che si presenta ad oggi come il pacchetto più completo di tutta la serie.

    C'è bisogno di un nuovo motore
    Il motore grafico utilizzato dai ragazzi di Treyarch è una versione riveduta e corretta di quello già sperimentato da Infinity Ward in Modern Warfare 3.
    Tuttavia alcuni nuovi shader, una buona cura nelle texture e l'aggiunta di diversi nuovi effetti luce e particellari rendono il comparto tecnico di Black Ops II sicuramente superiore rispetto al suo predecessore anche se la necessità di un rinnovamento si fa ormai vibrante. Il feeling delle armi rimane immutato, così come la qualità del sonoro sempre su standard piuttosto alti.
    Maggior cura poteva essere riposta nel comparto animazioni, soprattutto per quanto riguarda il multiplayer, soprattutto nei movimenti di corsa e scalata dei modelli poligonali, non sempre naturali. L'intelligenza artificiale è in grado di dare parecchio filo da torcere, soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati anche ma non rappresenta il progresso che tanto stiamo aspettando. L'aumento della difficoltà come sempre influenzerà i soldati aumentandone semplicemente mira e quantità di danni senza però renderli mai realmente più intelligenti. Con questo sistema ci siamo trovati più volte a doverci scontrare con torrette fisse devastanti, pronte crivellarci non appena ci esponevamo un secondo di troppo. Ottima invece la risposta dell'IA durante le partite multiplayer organizzate con i BOT, in grado di imbastire azioni tatticamente superiori rispetto a quelle viste nel comparto singleplayer.
    Un plauso va infine alla colonna sonora, con gli Avenged Sevenfold che hanno donato un pezzo di spessore davvero ottimo, con un easter egg estremamente divertente e completamente fuori di testa.

    PRO

    - Campagna varia a finali multipli
    - Le Strike Force sono un'interessante aggiunta
    - Multiplayer ricco di opzioni e modalità
    - La modalità zombie è davvero ostica
    - COD Elite gratuito
    - Davvero completo


    CONTRO

    - Si sente bisogno di un nuovo motore grafico
    - Zombie è chiaramente strutturata per ricevere tonnellate di DLC


    COMMENTO FINALE



    Quest'anno attendevamo il nuovo Call of Duty senza troppe pretese, quasi rassegnati all'idea di vedere una produzione che nulla avrebbe cambiato così a ridosso della nuova generazione di console. Se da una parte quindi il comparto tecnico rimane su standard solo discreti, con alcuni picchi di buona qualità, è tutto il resto del pacchetto a fare la differenza. Il singleplayer convince, è rigiocabile ha una trama matura e offre tanti spunti di lettura interessanti, risultando senza ombra di dubbio uno dei migliori nel suo genere, e tutto ci saremmo aspettati tranne di dirlo su un titolo della serie COD, da sempre dedita al multiplayer. Anche il multigiocatore tuttavia arriva con nuove idee interessanti, che non ne stravolgono certamente la ormai rodata giocabilità ma lo completano attraverso una quantità veramente enorme di modalità e opzioni, mantenendo al contempo un occhio particolare al mondo competitivo.
    Un titolo dunque completo sotto ogni aspetto, meritevole quest'anno di essere giocato da tutti gli amanti degli FPS.



    SCREENSHOTS




    Fonte: spaziogames.it

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