Quella volta in autostrada

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  1. Mr.ShikaHack
     
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    Dopo aver passato il week-end del 25 Aprile nella capitale, era giunta l’ora di tornare a casa. Partimmo alle 21:00, ormai il buio della notte avvolgeva l’atmosfera e noi due eravamo da soli in macchina.
    La prima parte del viaggio, complice l’autoradio che trasmetteva musica sexy, fu usata per ricordare le due piacevoli giornate in giro per Roma, ma soprattutto le due fantastiche serate passate a fare l’amore come non mai. Tra una parola e l’altra, lei mi prese la mano e, dopo un pò che parlavo del piacere che mi aveva donato, mi accorsi che lei mi accarezzava la mano molto dolcemente, e intrecciando poi le dita con le mie, le strinse forte.
    Bastò quel semplice gesto per farmi cambiare espressione, e a quel punto le chiesi come si sarebbe svolto il viaggio che ci riconduceva a casa, e lei sorridendo mi disse che in un paio d'ore, avrebbe esaudito una nuova fantasia, e aggiunse che sarebbe stata a mia completa disposizione. Realizzai le possibili implicazioni di una frase del genere, ma non osavo immaginare cosa mi aspettasse. Si strinse a me tanto che decisi di rallentare l’andamento della vettura in autostrada, a quell’ora di domenica fortunatamente poco frequentata;
    Mi diedi da fare, poggiando una mano sulla sua coscia fasciata da calze nero fumo, e cominciai ad accarezzarla dolcemente, lei allargando un pò le gambe, mi disse con una voce appena udibile che era pronta per ogni evenienza, allora mi feci più intraprendente e salii più su dove trovai la sua pelle morbida e liscia, subito dopo lo stacco delle autoreggenti, e risalendo ancora più in alto trovai infine la sua passera, senza slip.
    Al mio tocco delicato, lei aprì ulteriormente le gambe; la gonna che era ampia le arrivò quasi all'inguine, e così potei ammirare una bella figa non depilata, ma curata, e già luccicante di umori. Cominciai a massaggiarle le labbra, ma appena spinsi le mie dita più in profondità, nell’anfratto caldo e stretto, lei tremante mi disse che la stavo facendo morire, mi confessò di essere in estasi e appena le massaggiai il clitoride venne in un orgasmo mordendomi il collo. Continuai a titillarle la fica lievemente fino a che non si rilassò, ed a quel punto sorridendomi mi disse che voleva fare una verifica: mi slacciò la cintura, allargò i pantaloni e tirò fuori il mio cazzo che era di una rigidità pazzesca; il viaggio, la strana atmosfera, le carezze e la vista della sua figa mi avevano ridotto in un fascio di nervi, avevo quasi perso la sensibilità' tanto era rigido.
    Fortunatamente l’autostrada era sgombra di auto, i camion ancora non potevano circolare, il buio della notte ci nascondeva Adv
    da occhi indiscreti, si avvicinò a me e dolcemente cominciò a massaggiare le palle con una mano per farmi rilassare, con l’altra retrasse la pelle della cappella, poi si chinò su di me, e con la lingua cominciò a spennellare tutto il mio bastone fino a che fu tutto bagnato, infine mi prese in bocca la punta dell'uccello e continuò il lento massaggio allo scroto. In poco tempo mi portò sul punto del non ritorno. Cercai di fermarla, ma lei sorridendomi disse che questa verifica doveva concluderla fino in fondo, facendomi scaricare così nella sua bocca la mia sborra e succhiando tutto fino all’ultima goccia. Quando ebbe finito, con l’aria della donna soddisfatta, l'attirai a me e la baciai in bocca, scambiandoci i fluidi organici; il bacio durò un'eternità, e guardandoci come due affamati, mi chiese se era stata all'altezza delle aspettative, ed io le feci notare che il gradimento ce l'aveva in mano visto che il mio uccello aveva continuato ad impugnarlo.
    La voglia di chiavarla era ormai tanta che non appena vidi l’indicazione di un’area di sosta per camionisti, non persi tempo ed andai a fermare la macchina dietro a un gruppo di alberi. Reclinammo i sedili e mi tolsi le scarpe ed il pantalone, la rovesciai sul sedile, fece salire la sua gonna sulla pancia, lei aprì le gambe e con la mano mi prese il cazzo e si appoggiò la punta all'entrata della fica, io spinsi e sentii avvolgere il glande in un guanto caldo e bagnato, mi muovevo poco, solo il glande entrava per pochi centimetri. Entro pianissimo, sentendo tutto molto scivoloso e nell’accompagnare l’entrata emette un suono rauco che si alza di tono via via che entro fino a che tocco il fondo. Faccio roteare il bacino piano, lo estraggo piano e lo riaffondo piano e, in fondo, roteo il bacino. Continuo l’operazione dell’avanti indietro accompagnato dal rantolo sempre più acuto dei lei. Mi piantò le unghie nei glutei e mi ordinò di prenderla con forza
    – Fottimi, scopami, più forte, più forte, fammi sentire il tuo cazzo, scopami -. Sto scopando con grandi colpi di affondo. Lei artiglia le unghie nelle mie chiappe, muove scompostamente il bacino fino a che lancia un prolungato urlo di godimento. La sentii venire, mi stringeva dentro di se, sembrava quasi una mano, mi mossi lentamente fino a sentirla rilassarsi, ma appena mi fermai lei mi disse di ricominciare che aveva ancora voglia, voleva avere molti orgasmi in rapida successione.
    Cambiammo posizione; mi rovesciò sul sedile e prese a scoparmi raggiungendo un altro orgasmo, ero ormai sul punto di venire l'avvisai, al che mi disse che se fossi uscito da lei mi avrebbe ucciso, voleva il mio sperma dentro, cominciai a venire in un orgasmo che mi faceva scuotere tutto in contemporanea alla mia eiaculazione lei venne per la terza volta gridando il suo orgasmo.


    Annunci69
     
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0 replies since 21/4/2010, 11:35   2497 views
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