Ripetizioni con Claudio

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  1. Mr.ShikaHack
     
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    Ho cominciato ad interessarmi di sesso da quando ho avuto le mestruazioni. Ho scoperto il mio corpo, mi è sempre più piaciuto masturbarmi, magari ammirandomi in uno specchio. Ne parlavo con le mie compagne e scambiavo con loro le mie fantasticherie puberali; si parlava anche di cazzi, delle loro dimensioni e di esperienze vissute. La cosa si è mantenuta a questi livelli fino alla prima media superiore. Ormai avevo 15 anni e desideravo provare un rapporto con un ragazzo; quelli con cui avevo limonato finora non avevano fatto “avances” audaci. Si erano limitati a qualche bacio e qualche palpeggiamento (seni e culo).
    Il primo anno di liceo non andavo molto bene e i miei genitori decisero di farmi dare ripetizioni di matematica da un ragazzo di quarta liceo scientifico (aveva 18 anni) di nome Claudio. Lezioni due volte la settimana, un’ora ciascuna. Mi presentai la prima volta. Venne ad aprire sua mamma e mi accompagnò nella stanza del figlio, poi se ne andò, ma ogni tanto tornava per offrire qualcosa da bere o da mangiare.
    Claudio mi fece accomodare e sedette al mio fianco, alla mia sinistra. Era un bel ragazzo, faccia forte, fisico ben formato (doveva fare certamente sport) e, in quanto al pacco, non avevo potuto vederlo bene. Notavo però che ogni tanto lanciava occhiate interessate al mio seno Così, nel corso della lezione, feci cadere la biro e per chinarmi a raccoglierla, come per caso, poggiai la mia mano sinistra sulla sua coscia destra, la tirai verso di me in modo che allargasse un po’ le gambe e mi piegai sotto il tavolo per una prima verifica del pacco. Accidenti, coi jeans era difficile stabilire qualcosa. Però lui non aveva tentato di chiudere le gambe, anzi, le aveva allargate ancora di più…. Forse era una mia impressione!
    Durante la lezione successiva per due volte mi passò il braccio davanti, strusciandolo sulle tette, con la scusa di prendere qualcosa sul tavolo alla mia destra.
    La cosa cominciava a piacermi, così, la volta successiva indossai una camicetta sbottonata che lasciava intravedere le tette.
    Mi accomodai al tavolo e per tutta l’ora lui, sforzandosi di non distrarsi, lanciò occhiate in tralice sulle mie poppe e, verso la fine della lezione non seppe resistere e mi disse:
    “Lo sai che hai un bel seno?” – Certo che lo sapevo, visto che glielo stavo facevo ammirare! ..
    Gli risposi solo con un sorriso e poco dopo mi alzai e me ne andai. La volta successiva indossai sempre la camicetta ed una gonna invece dei pantaloni. Poco prima di arrivare mi profumai con Chanel n. 5 che avevo fregato a mia madre. Quando entrai vidi subito che Adv
    si era abbigliato in modo diverso dal solito: camicia e niente jeans ma pantaloni comodi. E qui già il pacco cominciava a vedersi. Mi sedetti al solito posto, lui dietro di me lanciò una lunga occhiata al mio seno e aspirò il mio profumo. Si sedette, iniziò la lezione e, poco dopo posò la sua mano destra sulla mia coscia, la tenne per un po’ e poi, non resistendo oltre, mi disse
    “Sei desiderabile ” E mentre parlava con la mano risaliva la coscia e, lentamente, cercava di avvicinarsi al pube mentre con l’altra mano prendeva la mia e tentava di posarla sulla patta..
    Lo guardai, fermai la sua mano e, un po’ timorosa e a testa bassa gli dissi:
    “Fammelo vedere!”
    Lui si sbottonò la patta ed estrasse il signor cazzo. Era il primo che vedevo così da vicino ed a me sembrava bello: lungo, grosso, duro e pulsante. Allungai la mano per toccarglielo poi lo presi e lo strinsi nella mia mano. Lui mi guardò stupito e mi sussurrò all’orecchio
    “Hai visto che è duro? Adesso tocca a te farmi vedere la figa!” nel dire ciò mi sollevò la gonna, pose la sua mano sulla mia coscia nuda.; poi fece scorrere la mano per raggiungere la mia fessura sotto le mutandine. Pose due dita fra le grandi labbra ma io lo fermai perché era bello ma troppo rischioso con sua mamma che avrebbe potuto entrare e sorprenderci. Così glielo dissi, e per non correre rischi presi la mia roba e me ne andai.
    Arrivata a casa, dopo un’ora circa mia madre ricevette una telefonata da Claudio. Per ragioni personali chiedeva di spostare a domani il giorno della ripetizione e che la lezione sarebbe durata due ore. Mia madre mi chiese se avevo problemi ed io risposti che andava bene alla solita ora. Certamente stava preparando qualcosa, e di molto eccitante. Così l’indomani mi vestii con camicetta scollatissima, gonna larga e, senza mutandine.. Col depilatore di mia madre mi ero depilata il pube lasciando solo un cespuglio verticale che partendo dall’alto evidenziava in modo provocante la mia fighetta . Avevo messo in borsetta anche un fazzoletto bianco. Così attrezzata mi avviai alla lezione. Bussai mi venne ad aprire Claudio che mi disse
    “Scusa ma mamma è dovuta andare via e non tornerà prima di sera. Accomodati”
    Mi fece strada come se fosse la solita routine e mi accompagnò nello studio; si sedette al solito posto,mi sollevò la gonna, allungò immediatamente la mano sulla coscia e cominciò così a manovrare; io lo lascia fare per un po’ ma quando si avvicinò al pube lo fermai dicendogli
    “Mi lo fai vedere ?” Lui staccò la mano, stava per sbottonarsi la patta quando gli chiesi
    “Oggi no! Se siamo soli puoi anche farmelo vedere meglio. Spogliati!”
    “Se dopo lo fai anche te e mi mostri la figa!” –
    “D’accordo”
    Lui lestamente slacciò la cintura e fece cadere i pantaloni, si tolse le mutande e la camicia, anche calze e scarpe e nudo mi guardò dicendomi
    “Allora …?”
    Si riferiva certamente al suo membro che troneggiava dritto in mezzo alle gambe e per la tensione ogni tanto faceva dei piccoli scatti verso l’alto.. Mi avvicinai, glielo toccai, cominciai a pasticciarlo, lo impugnai e feci scorrere il prepuzio mettendo allo scoperto un bel glande rosso e lucido. Ero proprio emozionata e, a mio parere, quello era proprio un bel bastone.
    “Adesso tocca a te! Avanti dai …“
    Io mi staccai da lui, tolsi la camicetta e mi fermai aspettando che lui facesse qualcosa. Claudio si avvicinò, ammirò i miei seni, me li palpò con molta delicatezza poi prese la gonna e slacciò la cintura: la gonna cadde e solo allora Claudio si accorse che ero senza mutandine. Rimase senza fiato. Si spostò indietro ed esclamò
    “Che meraviglia! Sei bellissima! Che bel disegno fanno i tuoi peli intorno alle tua bellissima fighetta. Così è proprio ben messa in evidenza!”
    Era imbambolato; mi abbracciò ed a quel contatto di pelle contro pelle, del cazzo che tentava di infilarsi fra le mie cosce per raggiungere la mia fighetta mi diedero un gran godimento, facendomi crescere il desiderio di essere scopata. Lo baciai sulla bocca. Erano i miei primi baci e si limitarono a mordicchiargli le labbra. Claudio mi accarezzò sulla schiena, delicatamente; poi con tutt’e due le mani scese fino a raggiungere le mie chiappe, tastarle, palparle, pizzicarle; poi lasciò una mano sul culo e , con l’altra, risalì sulla schiena e,con una lieve pressione, cercò di farmi sdraiare sul tappeto. Io allora lo fermai e presi dai miei oggetti il fazzoletto bianco che avevo portato.
    Claudio mi guardò e poi, quasi incredulo mi chiese
    “Sei vergine?”
    “Si”
    “Yohoooo.. Che bello! Ti sverginerò! Sarà bellissimo vedrai. All’inizio farà un po’ male ma poi ti farò godere. Ti darò il piacere del cazzo duro che va avanti/indietro senza ostacoli nella figa. Ma lascia che prima ti baci tutta!”
    Ci sdraiammo sul tappeto. Claudio mi baciò intensamente, poi scese e mi diede alcuni succhiotti sul collo, scese sui miei seni e me li leccò; prese i capezzoli in bocca e me li ciucciò a lungo dandomi un grandissimo piacere. E poi, con la bocca, scese ancora leccandomi la pancia, passando la mano sul pube fino a raggiungere la figa, mettendo un dito al suo ingresso per accarezzare il clitoride. Erano gesti che mi mandavano in estasi e creavano in me una tensione piena di piacere. Nel fare questa discesa Claudio si spostò con la testa per avvicinarsi alla mia fighetta e, spostando il bacino, mise il suo cazzo vicino alla mia bocca. Avevo parlato con le mie compagne di pompini. Non ne avevo mai fatti ed adesso mi si presentava l’occasione proprio con il cazzo più bello che io avessi finora visto.
    Così dissi a Claudio “Leccami la figa” e contemporaneamente presi in mano il suo uccello, sfilai il prepuzio dal glande facendolo scivolare fino in fondo, baciai la lucida cappella, la leccai, baciai le due labruzze che avrebbero sborrato per me e poi, con voluttà, circondai quel membro con le mie labbra e lo feci scivolare in bocca. Mi occupava tutto l’incavo ed io tenni in bocca quella bella canna facendola scivolare avanti/indietro con un movimento che mi eccitava ed anticipava quanto avrebbe fatto il cazzo di Claudio nella mia figa. Claudio smise di succhiare la mia fava, si girò, mi mise supina e mi si sdraiò sopra;. Io, piegando le ginocchia, allargai quanto più possibile le gambe per mettere in mostra il bacino e per accogliere quel cazzo duro e pulsante nella mia fighetta bagnata e desiderosa di essere sverginata. A quel punto Claudio mi disse
    “Ti voglio scopare. Te lo voglio mettere nella figa per godere e farla godere” – “Fallo, sverginami! Prima mettimi sotto un fazzoletto pulito per non macchiare il tappeto”.
    Claudio eseguì; poi con il suo glande mi titillò il clitoride facendomi sbrodolare di umori quindi puntò all’ingresso della figa e con un colpo deciso mi penetrò. Gridai per il dolore dovuto alla lacerazione dell’imene. Claudio si fermò un attimo e io gli dissi
    “Mi hai sverginata. Sei stato bravissimo. Adesso scopami a fondo con tutto il tuo cazzo. Dai”
    Claudio iniziò un avanti/indietro favoloso. Lento, metodico. Ci sapeva proprio fare. La mia tensione continuava ad aumentare e lo incitai
    “Dai… così… scopami…. Fottimi…. Vai bel cazzone, chiavami”
    E lui rispondeva
    “Ti piace il cazzo duro …. Grosso …. Lungo.. Ti piace il mio cazzo vero!… Sei la mia puttanella…! la mia troietta… ” Ad ogni frase spingeva il cazzo più a fondo possibile. Ed io godevo in modo pazzesco e la mia fighetta era fremente di piacere nell’accogliere fino in fondo quel bel cazzo; si stringeva attorno a quel manico, lo accarezzava, lo bagnava, godeva e lo faceva godere.
    Il mio orgasmo arrivò qualche momento prima di lui che però non se ne accorse e dopo qualche momento, con un urlo nella strozza, estrasse l’uccello dalla figa, se lo menò una o due volte e gridando “Sborro…. “ mi riversò fiotti di sperma sulla pancia e sulle tette. Si sdraiò su di me e sparse la sborra su tutta la mia e la sua pelle. Restammo così per tutto il tempo che ci era consentito, scambiandoci baci, toccamenti e leccate.
    Era stata la mia prima scopata e la ricordo sempre con tanto piacere.
    Ci furono poi altre “ripetizioni”, alcune buone, altre ottime, ma la prima è quella che ricordo con più piacere.


    Annunci69
     
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