Il Cervo E La Fidanzata Tettona

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  1. Mr.ShikaHack
     
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    PARTE PRIMA
    1
    Era stata attenta, la troia.
    Per mesi non avevo sospettato nulla. Non c'era dubbio: era stata davvero abile a celare i suoi tradimenti.
    Ed io, povero cornuto del cazzo, mi ero sempre fidato ciecamente di lei.
    Ero fidanzato con Valentina ormai da quasi due anni e nulla, assolutamente nulla, mi aveva fatto presagire ciò che invece, amaramente, (assai amaramente!) scoprii.
    Bionda, occhi castani, una quarta di seno e un culetto sodo: che dire, la mia ragazza era proprio un gran bel pezzo di figa. Mi ero innamorato di lei la prima volta che l'avevo incontrata, per caso, ad una festa.
    Perdutamente innamorato.
    Del suo corpo, naturalmente, ma anche del suo carattere, sempre allegro e - credevo - trasparente e sincero.
    Col cazzo.
    La drammatica scoperta è avvenuta un paio di mesi fa. Avevamo da poco fatto l'amore, a casa mia, e lei si era addormentata. Io non avevo sonno e avevo cominciato a girare per la casa, fino a che il mio sguardo era caduto sul suo cellulare, dimenticato su un tavolo.
    Non era la prima volta che, di nascosto, avevo controllato le sue chiamate e i suoi messaggi. Ma non avevo mai trovato niente che potesse farmi sospettare o ipotizzare un suo tradimento.
    Era stata davvero attenta, la troia.
    Aveva sempre cancellato tutto.
    Così, convinto che non avrei trovato nulla neanche quella volta, e anzi vergognandomi non poco per la mia indiscrezione, avevo cominciato a guardare i suoi messaggi.
    Uno di essi mi fece gelare il sangue nelle vene.
    Era di un certo Claudio.
    "Ti penso in continuazione" c'era scritto. "Ho voglia di fare ancora l'amore con te. Ti aspetto domani sera, alle dieci, a casa mia. Ti amo".
    Controllai nella cartella dei messaggi inviati. Mi tremavano le mani. Valentina si era dimenticata di cancellare anche il suo messaggio di risposta.
    "Ti penso anch'io" recitava l'sms. "tanto tanto. Domani m'inventerò una scusa con il cornuto e verrò da te. Ti amo anch'io".
    Cazzo! Cazzo! Cazzo!
    Per poco non mi sentii svenire.
    Cosa dovevo fare?
    Decisi di prender tempo. Valutare la situazione e poi agire di conseguenza. Scosso, addolorato, furioso, tornai in camera da letto e mi sdraiai accanto a Valentina. Non riuscii a chiudere occhio.

    Il pomeriggio seguente eravamo insieme. Eravamo stati in un parco, poi in un centro commerciale a fare acquisti.
    "Amore" mi disse lei mentre la riportavo a casa. "Stasera non possiamo vederci, ho un impegno con dei parenti. Ti scoccia?"
    "No, assolutamente" le risposi e pensai: Adv
    Col cazzo che devi vedere dei parenti, troia fottuta. Te la farò pagare, te la farò pagare...
    Non so come mi trattenni dal darle uno schiaffo quando avvicinò il suo volto al mio e mi baciò.
    "Ti amo", disse "allora ci vediamo domani, okay?"
    "Okay", risposi con un filo di voce. "Ti amo anch'io..."
    Troia!

    La sera, naturalmente, la pedinai. Mi feci prestare l'auto da un amico e rimasi sotto casa sua ad aspettare. Venti minuti prima delle dieci uscì di casa, salì sulla sua macchina e cominciò ad andare.
    La seguii, a debita distanza.
    Dopo un brev zig zag tra il traffico, parcheggiò vicino ad un palazzo e scese. Mi fermai anch'io, ad una decina di metri di distanza e la osservai. Indossava una mini cortissima e una magliettina con una generosa scollatura, che mostrava le sue splendide tette. Truccata come non mai, era proprio una figa da panico.
    Mi sentivo una merda. Due corna tanto grandi da sbattere contro il tettuccio dell'auto.
    Vidi Valentina entrare nel palazzo e allora realizzai: avevo capito chi era il Claudio del messaggio! Un suo vecchio amico, un fighetto idiota senza un minimo di cervello. Mi era sempre stato antipatico. Non riuscivo a credere che quello stronzo si scopasse il mio amore!
    Rimasi immobile nella macchina per una ventina di minuti, poi mi venne un'idea. Chiamai Valentina.
    Lei rispose dopo un po'.
    "Pronto amore?" La sua voce era incerta. Forse si stava già divertendo con il suo amante. "Che c'è tesoro?"
    "Niente" le risposi, cercando di dare alla mia voce un tono fermo e sicuro. "Avevo soltanto voglia di sentirti... che fai di bello?"
    Lei esitò.
    "Mah, niente in particolare, sai com'è" rispose infine "queste serate con i parenti sono sempre una noia..."
    Mi parve di sentire la voce di Claudio, in sottofondo, che le chiedeva di attaccare.
    "Immagino" convenni "ti starai proprio annoiando"
    "Eh sì. Ma che ci vuoi fare... ogni tanto questi incontri con i parenti sono d'obbligo. amore, ora ti devo lasciare. Ricordati che ti amo e che mi manchi tanto"
    "Anche tu" risposi e chiusi la conversazione.
    Troia bastarda! Come mi stava prendendo in giro!
    Ma, incredibilmente, mi accorsi di una cosa. Per quanto fossi geloso e incazzato, il mio cazzo era diventato duro come il marmo. Incredibile: mi ero eccitato al pensiero della mia ragazza con un altro!
    Accesi il motore e tornai a casa, cercando di distrarmi e di far scemare l'erezione. Niente da fare. Una volta nella mia stanza, fui costretto a masturbarmi. Me lo presi in mano e mi feci una sega rabbiosa, pensando alla mia ragazza sbattuta da quella testa di cazzo di Claudio.

    2
    I giorni passavano. Non sapevo come comportarmi. Sapevo che avrei dovuto lasciarla, ma non era semplice per due ragioni.
    a) la amavo ancora, nonostante tutto
    b) volevo vendicarmi in qualche modo.
    L'occasione si presentò un paio di mesi dopo, quando decisi di portarla in vacanza in un vicino paesino di montagna. Affittammo una baita per sette giorni.
    Durante i primi tre sciammo, giocammo con la neve e sciocchezze simili. Pensai, con amarezza, a quanto quei momenti mi sarebbero apparsi belli se non fossi stato a conoscenza di quanto di losco c'era nella vita della mia ragazza.
    La fottutissima troia.
    Il quarto giorno mi venne un'idea. Sapevo che ancora si vedeva e sentiva con quello stronzo del suo amante - avevo continuato a pedinarla in quei due mesi - ma forse ora avrei avuto l'occasione di coglierla in castagna. Fare una scenata, farla sentire una merda, e poi magari allungare anche un paio di ceffoni a lui.
    Così, al quarto giorno, m'inventai che dovevo rientrare in città per un improvviso impegno di lavoro.
    "Un imprevisto amore" le dissi. "Non posso proprio evitare. Però, dato che ho già pagato l'affitto della baita per una settimana, perchè tu non resti anche questi ultimi tre giorni? Potresti chiamare un'amica e restare qui con lei".
    Neanche a dirlo, lei accettò al volo.
    "Mi dispiace che tu debba andartene, amore, però hai ragione: sarebbe un peccato sprecar soldi. Lo dirò ad Ilenia, una mia amica; sicuramente mi raggiungerà qua".
    Come no, pensai, probabilmente questa Ilenia neanche esiste; di sicuro chiamerai il tuo amante.
    Così la salutai e feci finta di andarmene. In realtà restai in zona.
    La sera, come previsto, arrivò Claudio con la sua auto.
    "Figlio di puttana", pensai tra me quando, ben nascosto, lo vidi parcheggiare e scendere dall'auto "stasera vi farò passare un brutto quarto d'ora. A te e a quella troia della mia ragazza".
    Naturalmente avevo una mia chiave della baita. Così mi feci un giro per il paesino e, a notte fonda, tornai alla baita.

    3
    In silenzio, come un ladro, aprii la porta ed entrai. Era tutto buio. A passi felpati raggiunsi la camera da letto, da dove provenivano dei rumori.
    Fortunatamente la porta non era chiusa del tutto: un leggero spiraglio mi permetteva di vedere all'interno.
    Una lampada da comodino accesa riempiva la stanza di una luce arancione.
    Valentina era straiata sul letto, con solo il reggiseno addoso, mentre Claudio, ancora vestito, era intento a leccarle la fica.
    "Come lecchi bene, amore", stava dicendo la porca "hai una lingua fantastica".
    "Sono contento che ti piaccia..."
    "Si, mi piace da morire, ma ora lascia fare un po' a me".
    Velocemente gli calò calzoni e mutande. Spuntò fuori un cazzo micidiale, davvero enorme.
    Con la grazia di una grande troia, Valentina prese a masturbarlo mentre lo limonava. Poi gli fece togliere la maglietta e, mentre continuava la sega, gli leccò ben bene i capezzoli.
    Poi scese. Raggiunse il pene, ma per il momento lo evitò e si dedicò ai testicoli. Leccò e baciò quelle grosse palle pelose a lungo. Ogni tanto prendeva una manciata di peli in bocca e li succhiava, come se li stesse spompinando.
    Infine, imboccò la grossa mazza.
    Mugugnava come la peggiore delle cagne, mentre succhiava rumorosamente. E pensare che con me, qualche volta, ancora faceva delle storie per prenderlo in bocca...
    "Ti piace come te lo succhio?" gli chiese staccando per un attimo la bocca dal cazzo.
    "Certo che mi piace, amore" rispose Claudio. "E a te eccita l'idea di cornificare il tuo ragazzo?"
    "Da morire!" rispose lei tra una leccata e l'altra. "E' un povero coglione e se lo merita. E poi tu sei troppo figo, come ti vedo non capisco più nulla". E tornò giù, a succhiare affamata.
    "Ma allora perchè non lo lasci, quell'idiota?"
    "A dir la verità non lo so" rispose Valentina slinguazzandogli di nuovo le palle. "Un po' di bene gliene voglio... forse proprio perchè è un coglione". Rise. "E poi mi fa comodo stare con un fesso. Lo posso usare come voglio... fargli pagare una baita come questa per una settimana, ad esempio"
    Risero entrambi.
    Claudio cominciò, mentre si godeva il pompino, a massaggiarle le tettone. Le abbassò le coppe del reggiseno e cominciò a leccargliele. Lei, nel frattempo, lo segava piano.
    Pomiciarono a lungo. Un gioco di lingue e bava, a volte tenero a volte più selvaggio.
    Ed io, senza quasi accorgermene, mi ritrovai con il cazzo in mano.
    Merda! Avrei voluto entrare, fare una scenata, eppure ora, vinto dall'eccitazione di quella scena libidinosa, ero lì, a spiarli dallo spiraglio della porta e a masturbarmi come un maiale.
    Claudio, nel frattempo, immerse completamente la testa tra le bocce immense della mia ragazza, mentre lei continuava a masturbarlo.
    "Ti piacciono, vero amore?" le chiese la vacca.
    "Moltissimo! Sono pazzesche. Non riesco proprio a togliermele dalla testa, le tue immense tette".
    "E non voglio nemmeno che tu te le tolga dalla testa" disse lei "ma ora che ne dici di montarmi?"
    Si mise a novanta e Claudio, senza dire niente, la penetrò in un istante. Il cazzo scivolò in quella figa fradicia come nel burro.
    Lei esclamò: "Ah come sei grosso! Dai, fottimi per bene amore!"
    Lui non si fece attendere e cominciò ad assestarle colpi vigorosi.
    Poi cambiarono posizione. Lui si sdraiò supino e lei gli salì sopra, iniziando una cavalcata pazzesca. Nel mentre, lui continuava a palparle le tettone, talvolta le succhiava e le baciava, le sbavava, talvolta le ficcava la lingua in bocca e pominciavano mentre fottevano.
    Porci bastardi!
    "Amore, sto per venire", disse lui ad un tratto.
    "Vienimi pure dentro, prendo la pillola" rispose Valentina accelerando il ritmo. "Dai porcellone, vieni, vieni amore mio, riempimi di sborra, alla faccia del cornuto!"
    Vennero insieme.
    A quella scena neanche io resistetti più e sborrai copiosamente nella mia mano.
    E allora accadde la disgrazia: senza accorgermene sbattei contro la porta, che inesorabilmente si spalancò.
    Si voltarono entrambi a guardarmi, stupiti e spaventati.
    Ero lì, con in mano il cazzo gocciolante, che li guardavo senza dire una parola.
    Che figura di merda che avevo fatto! Altro che la scenata che avevo in mente o l'irruzione virile che mi ero proposto! Ero riuscito soltanto a fare una figura di merda!
    Oh cazzo, pensai, e ora che faccio?

    4
    "Che diavolo ci fai tu qui?" gridò Valentina tenando istintivamente di coprire le sue nudità. Claudio le era uscito dalla fica e anche lui mi guardava sorpreso.
    "Io..." Non sapevo che dire.
    "Ehi, ma il cornuto si stava masturbando!" esclamò all'improvviso Claudio, accorgendosi solo in quel momento del mio cazzo gocciolante.
    "E' vero!" rincarò la dose Valentina. "Ci stavi spiando e ti sei masturbato!"
    Non sapevo cosa dire. Dalla ragione ero improvvisamente passato al torto. Che figura del cazzo.
    "Mi sa che al cervo piacciono le corna!" ridacchiò Claudio "se si è eccitato al punto di farsi una sega..."
    "Ma allora non era vero che dovevi lavorare", sibilò Valentina. "Era tutta una menzogna, un piano per vederci scopare. Tu sapevi che Claudio era il mio amante e hai architettato tutto"
    "Non è così, ma io, cioè, il punto è che volevo... voi due..." Balbettavo frasi senza senso, distrutto dalla vergogna.
    "Se ti piace tanto vederci, vieni più vicino!" disse all'improvviso Valentina. Poichè ero rimasto immobile, si alzò dal letto e mi raggiunse, mi prese per mano e mi trascinò sul letto. Qui si sdraiò e allargò le gambe.
    "Guarda la mia figa!" disse perentoria "guarda la mia figa piena dello sperma di Claudio! Ti piace? Ti eccita vederla così da vicino, tutta imbrattata di sborra?"
    Non risposi, ma il mio cazzo cominciò a dar subito segni di nuova vita. Incredibile. Per lei fu una risposta sufficiente.
    "Allora leccamela!" ordinò "Leccami la figa, puliscila bene da tutto lo sperma di Claudio! So che ti piace, che ne hai voglia!"
    Come impazzito, mi abbassai tra le sue gambe, tirai fuori la lingua e cominciai a leccare.
    "Bravo cornuto, leccala tutta, guarda quanta ce n'è, il mio amante mi ha riempita per bene... su da bravo, lecca"
    Mi afferrò la testa e me la spinse ancora più forte contro la sua fica.
    "Forza! Fammela sentire bene la lingua! Raccogli tutto lo sperma... dai su, da bravo, cornuto, cervo del cazzo, bevi, bevi lo sperma del mio vero amore!"
    Leccai tutto, ubbidiente. Ed eccitato come non mai.
    "Su avanti, forza con quella lingua!" incalzò la mia ragazza. "Non vedi che un po' di sperma mi è colato anche lungo le cosce? Raccoglilo e bevilo!"
    Ubbidii. Il mio cazzo aveva raggiunto ora la piena erezione.
    Ma che cazzo mi stava succedendo? Mi ero rincoglionito?
    Valentina se ne accorse ed esclamò:
    "Ma guarda che cornuto sfacciato! Guarda come si eccita a leccare lo sperma del mio amante! Su avanti, continua, leccalo tutto"
    Intanto Claudio si era seduto al suo fianco. Iniziarono a pomiciare dolcemente, i due piccioncini, mentre io ero intento a leccarle la figa.
    Poco dopo anche Claudio era di nuovo in tiro e Valentina mi scansò senza alcuna gentilezza.
    "Ora guarda," mi disse "guarda come mi faccio inculare da Claudio. Ti va, tesoro? Ti va di farmi il culo?"
    "Certo amore" rispose Claudio, arrapatissimo.
    "Bene... ma prima tu, cornuto di merda, leccami per bene il buco. Prepara la strada al cazzone di Claudio".
    Si mise a novanta ed io, ubbidiente, mi avvicinai al suo culo.
    "Sai" mi disse prima che iniziassi a leccare "devo confidarti una cosa. Prima sono andata a cagare e non credo che sia proprio pulito... ma tu lecca senza fiatare!"
    Così feci. Leccai senza fiatare ed era vero: il suo culo non era pulito affatto. Sentii un forte sapore di merda.
    Poco dopo erano pronti.
    Claudio gli appoggiò la cappella al culo e spinse. Qualche secondo dopo la stava scopando.
    "Inculami, amore, inculami per bene" gridava Valentina. "Inculami alla faccia di questo cornuto! Guarda che poveretto, lì con il cazzo dritto... un guardone di merda, ecco che cos'è. tu sì che sei un vero uomo, dai fammi il culo amore, fammelo per bene"
    Il ritmo si era fatto selvaggio. Io, a pochi centimetri da loro, mi masturbavo impotente.
    "Mmmm sìì" mugolava quella porca della mia ragazza. "Come mi fotti bene amore... da oggi in poi fotterò solo con te. questo schifoso non lo voglio nemmeno più toccare"
    Poco dopo, gemendo, Claudio si svuotò le palle nel suo culo.
    "Sì" ansimava lei "riempimi di sborra, allagami l'intestino col tuo sperma... dai, riempimi bene Claudio, amore mio che ora a questo cornuto gliela facciamo leccare tutta, a lui piace berla..."
    E così fu. Quando ebbero finito, leccai tutto il culo della mia ragazza, completamente imbrattato dallo sperma di Claudio.
    "Sì cornuto... bevi tutto quanto"
    Mi fece mettere supino sul letto. Lei si sistemò a cavalcioni sulla mia faccia e, proprio come se stesse cagando, lasciò colare tutto lo sperma che la riempiva nella mia bocca.
    "Ecco così", sussurrava "bevitelo tutto, cervo del cazzo... bevi cornuto, apri bene la bocca e ricevi lo sperma di Claudio mmmm dai che ti piace uuh si che ti piace, puoi anche farti una pippetta mentre lo bevi, così bravo, prenditelo in mano e masturbati da solo, dimostra quando sei cornuto e coglione, dai che ti piace. non ti azzardare a chiudere la bocca e bevi tutto lo sperma mmmm senti che buono, c'è mischiata anche un po' della mia merda, senti com'è gustoso, goditelo tutto"
    Sborrai come un pazzo, come mai mi era accaduto in vita mia.
    Quando venni Valentina e Claudio scoppiarono a ridere.
    "Ora puoi anche andartene" disse la mia ragazza. "Lasciaci soli cervo. Torna a casa e fatti una bella sega ripensando alla scena, se ancora ce la fai. Noi abbiamo di meglio da fare".
    Detto questo si accoccolarono sul letto, abbracciati, e iniziarono a pomiciare dolcemente.
    Stordito, confuso, barcollando come un ubriaco, uscii dalla stanza e me ne andai.

    5
    Mi era crollato addosso il mondo. Mi sembrava di trovarmi nel profondo di un incubo.
    Per molti giorni non vidi Valentina: lei non si fece sentire ed io non osavo chiamarla, neanche per chiarire. Cosa c'era da chiarire, poi?
    Un pomeriggio però squillò il telefono.
    "Pronto?"
    "Ciao tesoro". Mi sentii gelare quando riconobbi la voce. Era lei, era proprio lei, la mia ragazza.
    La troia. Come osava chiamarmi "tesoro"?
    "Senti" mi disse "volevo parlare di quello che è successo quella notte. So che probabilmente sei arrabbiato ma ti prego, non riattaccare. Ascolta almeno quello che voglio dirti".
    "Ti sto ascoltando" sussurrai.
    "Bene. Vorrei che tu venissi a casa mia, questa sera. Così... be', così possiamo far chiarezza su quanto è accaduto e prendere delle decisioni. Verrai?"
    Mi sentii rispondere: "Verrò".

    Quella sera alle otto ero a casa sua.
    Suonai il campanello, poi mi accorsi che la porta era aperta.
    Entrai.
    Tutto era buio.
    L'atmosfera mi ricordava quella terribile scena di qualche tempo prima, quando l'avevo vista scopare alla baita con il suo amante, quel bastardo schifoso.
    "Valentina?" chiamai. "Sono arrivato".
    Silenzio per qualche minuto. Poi una voce:
    "Sono qua, nella mia stanza, vieni".
    Percorsi il corridoio e raggiunsi la sua stanza. Aprii la porta e...
    Cazzo! Per poco non svenni.
    Sul letto, completamente nudo e a cazzo moscio, c'era Claudio, il suo amante. Lei era inginocchiata ai piedi del letto, in mutandine e reggiseno.
    "Ciao amore" mi salutò. "Benvenuto".

    6
    "Cosa significa?" domandai. La mia voce tremava per la rabbia e lo stupore.
    "Ho visto quanto ti sei eccitato l'altra volta, mio bel cornutello", disse Valentina con un ghigno. "Ne abbiamo discusso con Claudio. Abbiamo pensato che sarebbe stato bello ripetere l'esperienza..."
    "Io non credo che..." Avevo ricominciato a balbettare. Proprio come l'altra volta.
    Valentina si alzò e mi raggiunse sulla soglia. Mi prese per mano e mi portò vicino al letto. Mi fece inginocchiare.
    "Non fare storie" disse. "So che sei eccitato come un porco. So che ti va. Stavolta faremo tutto molto più lentamente, così ti godrai ogni minimo dettaglio"
    Non appena ebbe finito la frase, cominciò a leccare il cazzo di Claudio. Gli passava la lingua tra i coglioni e lungo l'asta ancora moscia. Nel frattempo mi guardava.
    "Ti piace come glielo lecco?" mi chiese facendomi l'occhiolino.
    "S... sì" biascicai senza quasi rendermene conto.
    Intanto Claudio mugolava di piacere.
    Valentina spalancò la bocca e fece scomparire il cazzo tra le sue labbra. Cominciò a pomparlo come un'indemoniata, sbavando e mugugnando senza ritegno. Vedevo le sue guance gonfiarsi e assumere la forma della mazza del suo amante. Il quale, nel frattempo, mi guardava e rideva.
    "Ora gli lecco anche il culo", mi disse Valentina e con la lingua cominciò ad esplorare quel buco oscuro. Claudio apprezzò molto.
    "Ti va una bella spagnoletta, amore?" gli domandò poi. Il bastardo annuì con vigore.
    La mia ragazza si posizionò il cazzo dell'amante tra le immense poppe e cominciò a farlo godere in quella maniera tanto libidinosa. Che troia che era! Stringeva quelle meravigliose tettone e si muoveva con un ritmo ipnotico. Nel frattempo lo guardava negli occhi.
    "Te le godi le mie poppe, vero?"
    "Oh sì sei fantastica"
    Andarono avanti per un bel po'. Io, a pochi centimetri, ero come paralizzato. Il mio cazzo no però: mi accorsi che era diventato duro come la pietra.
    "Come immaginavo, il cornuto si è eccitato di nuovo" disse Valentina notando la mia erezione. "Tiratelo fuori cornutello, e fatti una bella sega"
    Me lo tirai fuori e cominciai a menarmelo.
    Lei nel frattempo continuava quella meravigliosa spagnoletta. Istintivamente, mentre mi segavo, allungai una mano e le tastai un seno. Quel seno morbido, caldo... che fino a poco tempo prima credevo fosse solo mio.
    "Ehi, ma che fai?" sbottò lei. "Ma guarda te che razza di porco... vuoi partecipare, non è vero?"
    "Sì" risposi "Per favore, fai partecipare anche me"
    Che coglione che ero diventato.
    "E va bene" disse lei. "Ti faremo partecipare. Comincia facendo una bella sega al mio amante!"
    "Cosa? Io non intendevo questo..."
    Neanche mi rispose. Mi prese la mano e la portò intorno al cazzo di Claudio. Cominciai a masturbarlo pian piano. Nel frattempo Valentina salì sul letto accanto al suo amante e cominciarono a pomiciare.
    Ogni tanto lei staccava la bocca da quella di Claudio, mi guardava e ghignava: "Che cornuto... ti piace masturbare il mio amante, vero? Masturbalo bene che ora me lo prendo tutto in figa!".
    Così disse così fece. Spostandomi senza tanti complimenti, si mise a cavalcioni su Claudio. La sua figa calda inghiottì il cazzo.
    Cominciò la cavalcata.
    Io mi sedetti sul letto accanto a loro per osservare la scena. Le tette di Valentina ballavano pazzamente all'aria. Claudio ogni tanto ci immergeva la testa in mezzo, leccandole con gusto.
    "Che belle tettone" le diceva.
    "Grazie tesoro e sono tutte per te"
    "Cazzo non resisto più, sto per venire"
    "Sborra allora, non trattenerti, riempimi la figa".
    Claudio venne mugolando. Si scaricò nella figa della mia ragazza, poi si sdraiò sul letto esausto.
    Poco dopo venni anche io, sporcando il pavimento.
    La mia ragazza rise.
    "Ormai hai capito qual è il tuo ruolo" mi disse. "Quello di cornuto guardone. Sai bene che non rinuncerò mai al cazzo di Claudio. E' lui adesso il mio vero amore. Da oggi in poi tu sarai sempre servizievole con noi".
    Poi arrivò l'ordine che aspettavo.
    "E ora leccami la figa".

    7
    Oramai non mi sorprendevo più della troiaggine di Valentina. Avevo capito di che pasta era fatta e c'era poco da fare.

    Quello che invece mi sorprese, e non poco, fu la mia reazione. Lentamente, col passare del tempo, la cosa mi eccitava sempre di più. Tanto che ero arrivato al punto di eccitarmi soltanto pensando a lei fottuta dal suo amante, e ad attendere con trepidazione i loro incontri.
    E ce ne furono, eccome se ce ne furono: intere notti passate a fottere, mentre io li guardavo arrapatissimo, per poi ripulire obbediente la figa di Valentina da tutto lo sperma.
    Lei era la mia bella troia tettona... ed io il suo cervo.
    Vale la pena raccontare di un altro episodio, che avvenne un paio d'anni dopo. Fu quella la prima volta, infatti, che si aggiunse un'altra persona a quegli incontri perversi.
    Claudio aveva proposto a Valentina di coinvolgere un suo amico, un certo Samuele. Le disse che sarebbe stato divertente essere fottuta da due cazzoni, mentre io guardavo. Lei accettò all'istante, non solo perché ci teneva a compiacere sempre e comunque il suo amante, ma anche perché l'idea di prendersi un altro pisellone in figa e in culo la arrapava. Inoltre, aveva capito chi era questo Samuele e le piaceva non poco.
    Così avvenne. Stavolta ci trovavamo a casa mia. Dopo i convenevoli di rito, Valentina si mise subito d'impegno per riscaldare l'atmosfera: in piedi davanti a Claudio e Samuele, che se ne stavano seduti sul letto, si faceva palpare tutta. Indossava soltanto mutandine e reggiseno ed era bellissima, oltre che porchissima.
    Io, su una poltrona in fondo alla stanza, già mi ero preso in mano il cazzo e mi stavo masturbando.
    Valentina ancheggiava, offrendo le belle chiappe ai due, che cominciarono a baciarla in ogni dove.
    Poi si inginocchiò di fronte a loro e gli accarezzò gli uccelli duri da sopra i pantaloni, per poi sfilarli e menarli a dovere.
    “Vi piaccio, bei porconi?” chiedeva segandoli. “Vedrete quanto vi farò godere...”
    Si alzò per baciarli entrambi: lunghe pomiciate appassionate, che contribuivano a rendere tutto più eccitante. Poi tornò a dedicarsi ai loro cazzi, succhiandoli con ardore. Non tralasciò, ovviamente, neanche i coglioni.
    Dopo qualche minuto, tutto fu pronto per iniziare la grande cavalcata. Valentina non stava più nella pelle dall'eccitazione. Salendo sul letto, si rivolse a me, che continuavo a masturbarmi:
    “Guarda cornuto, guarda bene come la tua fidanzata riceve due cazzi insieme”
    Per poco non venni solo a sentire quelle parole.
    Valentina fece sdraiare Claudio e gli salì sopra, infilandosi il cazzo in figa. Cominciò a muoversi dolcemente, poi aumentò il ritmo. Le tettone penzolavano davanti alla faccia dell'amante, che non disdegnava di baciarle e leccarle.
    “Forza, Samuele” disse poi Valentina. “Ora tocca a te, sbattimelo nel culo mentre lo prendo in figa da Claudio... a te l'onore, sei l'ospite d'eccezione stasera”
    Un ruolo che al bastardo andava proprio bene, dato che si fiondò subito sul culo di Valentina. Il quale culo, oramai abituato alla grande mazza di Claudio, non ebbe difficoltà ad accogliere quella, comunque grossa, di Samuele.
    I sospiri, i gemiti, le grida d'eccitazione di Valentina riempirono presto la stanza.
    “Sì!” diceva “scopatemi per bene porci! Così, davanti al mio ragazzo! Lavorami bene la figa, Claudio mmm e tu Samuele, fammelo per bene il culo! Oh sì così sei bravissimo, aaah forza ragazzi, datemi i vostri cazzoni, maiali fottetemi ancora... sì, ah così”
    Non so quanto durò complessivamente. I due cambiarono posizione e s'invertirono di ruoli frequentemente.
    L'unico che non avrebbe mai più potuto cambiar ruolo ero io.
    A me spettava guardare. Masturbarmi. E leccare.

    8
    La via della trasgressione fu per noi lunga e appagante. L'episodio con Samuele non fu l'unica conseguenza della ormai perenne fame di cazzo di Valentina. Ma ci furono tante altre avventure davvero incredibili... e magari un giorno ne racconterò ancora.



    PARTE SECONDA
    1
    Gli avvenimenti narrati nella prima parte di questa storia segnarono profondamente la mia esistenza. Come già ho avuto modo di spiegare, in me s'innescò un radicale processo di cambiamento, che mi portò dapprima a tollerare i tradimenti della mia ragazza, poi addirittura ad auspicarmi che essi si verificassero, a tutto beneficio della mia eccitazione.
    Molti altri avvenimenti travolsero quella che un tempo era stata una normalissima (così pensavo io) vita di coppia. Alcuni di questi meritano di essere raccontati.

    2
    I mesi successivi all'incontro della mia ragazza con Samuele furono segnati da grandi cambiamenti. Claudio, il suo amante ufficiale, si fidanzò e andò a convivere con la sua amata. Questo portò alla rottura della relazione adulterina che aveva intrecciato con Valentina.
    La mia fidanzata, nei primi tempi, si sentiva distrutta.
    “Quello stronzo!” gridava a volte. “Quel bastardo! Ora, solo perché si è fidanzato, ha deciso di troncare con me! Mi ha detto di voler mettere la testa a posto, di amare sinceramente la sua ragazza, di non volerla tradire come io tradisco te...”.
    Spesso piangeva. E, incredibilmente, a consolarla toccava proprio a me.
    “Non ti sei persa niente” le dicevo abbracciandola “E poi se vuoi c'è sempre Samuele...”
    “No! Lui non lo voglio! È amico di quello stronzo! Tu pensi forse che la nuova fidanzata di Claudio sia più bella di me?”
    “Ma no amore, non dirlo neanche per scherzo. Guarda tu che tette che hai, quella se le sogna”
    Questo serviva a calmare un po' la situazione.
    Un pomeriggio, mentre me ne stavo sdraiato sul letto a riflettere sulla stranezza della mia relazione con Valentina, squillò il telefono. Era proprio lei.
    “Amore” mi disse “sei solo in casa? Ho bisogno di parlarti...”
    “Naturalmente” le risposi “Vieni pure quando vuoi”.
    Mezz'ora dopo arrivò. Aveva sul volto un'espressione seria seria, quasi solenne, che non le avevo mai visto.
    Ci sistemammo in salotto e lei mi prese la mano.
    “Dimmi tutto”, la incoraggiai guardandola negli occhi.
    “Ho deciso di non tradirti più” mi rispose.
    “So di essermi comportata male e di averti fatto soffrire molto. Sono stata una vera stronza, una bastarda crudele e senza cuore. Ho pensato sempre e solo al mio godimento. Il fatto che Claudio abbia deciso di non vedermi più è esattamente quello che mi merito per il mio comportamento. Sapessi quanto sono pentita, amore!”
    La abbracciai forte e, nonostante avessi provato non poca eccitazione durante i suoi tradimenti, fu come se qualcuno mi togliesse un peso dal cuore. Le sue parole mi rinfrancarono molto. Del resto, non nego di aver avuto paura di perderla in più di un'occasione.
    “Ne sono felice”, dissi.
    “Anch'io sono contenta di aver preso questa decisione. Io ti amo, amo solo te! Oh, se ripenso a quante ne ho combinate! Spero solo di meritare il tuo perdono. Da oggi in poi, te lo assicuro, sarò una fidanzatina fedele...”
    Non so se a farla parlare così fu un sincero sentimento o solo la rabbia per essere stata abbandonata dal suo amante, fatto sta che le credetti all'istante.
    “Ti amo” le dissi. “E non importa il passato. Quel che conta è il presente”.
    “Hai ragione. Ti amo anch'io”.
    Ci baciammo e restammo tutto il pomeriggio abbracciati sul divano.
    Il pentimento di Valentina era sincero? E io avevo veramente ritrovato il mio amore?

    3
    Tutto procedette normalissimo nelle settimane che seguirono. Ci comportavamo come due innamorati che si sono appena incontrati. Uscivamo la sera, andavamo a cena fuori, andavamo a ballare insieme, facevamo lunghissime passeggiate sulla spiaggia. Era bellissimo, e per quanto fosse impossibile dimenticare i recenti trascorsi, la mia mente e il mio cuore tendevano ad ignorarli.
    Eravamo felici.
    Soltanto la notte, quando facevamo l'amore, il passato qualche volta tornava a far capolino nel presente. Quando la prendevo, Valentina chiudeva gli occhi e gemeva, e qualche volta la sentivo sussurrare:
    “Claudio Claudio Claudio...”
    Forse non si rendeva neanche conto di parlare ad alta voce, ma era chiaro che stesse pensando al suo ex amante. Chissà, forse immaginava proprio che fosse il suo uccellone a fotterla, invece del mio.
    Io, neanche a dirlo, oltre ad una forte fitta di gelosia sentivo anche l'eccitazione montarmi dentro. La fottevo con maggior vigore, leccandole quelle tettone come un indemoniato. In poco tempo sborravo.
    Una sera, mentre me la stavo facendo a pecorina, palpando felice quelle belle tettone che ballonzolavano lì davanti, la sentii pronunciare nuovamente il nome di quel bastardo.
    “Claudio Claudio Claudio...”
    Decisi di non far finta di niente, questa volta. Così, accelerando il ritmo delle spinte e palpando le tette con maggior vigore, dissi:
    “Claudio! È lui che vorresti qui, ora, vero? Eh? Vorresti che ci fosse il suo cazzo nella tua figa, al posto del mio!”
    “Oh sì” rispose lei come in trance. Sentii il suo corpo fremere al sol pensiero. “Oh sì che vorrei il suo bel pisellone, tutto dentro la mia fighetta e nel mio culo mmm mmm... oh sì come lo vorrei... e penso proprio che lo vorresti anche tu, cornutello”
    Sfilai il cazzo dalla sua caldissima figa – un forno ardente di lussuria – e lo posizionai sul suo culo.
    “Be', per stasera dovrai accontentarti del mio” dichiarai e la penetrai. Me la inculai a lungo, facendo grandi sforzi per non venire. Ero costretto a numerose pause, considerata l'eccitazione.
    Quando finalmente venni, Valentina sussurrò:
    “Oh sì Claudio, sborrami nel culo, riempi il buco della tua puttanella dai mmm”.
    Evidentemente si era talmente immedesimata in quella fantasia da pensare che veramente fosse Claudio ad incularla.
    Quando, dopo aver finito di far l'amore, restammo sdraiati sul letto uno accanto all'altra, lei mi accarezzò la fronte e mi disse:
    “Amore, perdonami per poco fa. Non volevo ferirti. È stata solo una debolezza, niente di più. Una sciocchezza. Non pensavo davvero a Claudio. È con te che voglio fare l'amore”
    Ma sapevo che, almeno in parte, non era vero. Sapevo che lei desiderava ancora quell'uccello caldo e pulsante. E infatti il nome di Claudio tornò ad essere presente spesso durante i nostri amplessi. Qualche volta le bastava nominarlo per venire come una vacca.


    4
    Fu un episodio in particolare a farmi capire che in realtà Valentina non sarebbe mai cambiata del tutto. Poteva restarmi fedele? Mmm, forse. Avrebbe comunque desiderato altri uccelli? Sicuramente.
    Eravamo stati a cena da amici. Mentre rincasavamo, verso le ventitré, la passione ci travolse improvvisamente. Fui costretto ad accostare vicino ad un boschetto, e in men che non si dica lei mi aveva slacciato i calzoni e mi aveva preso in mano il cazzo.
    La baciai e le dissi:
    “Non ce la faccio con i preliminari, ho voglia di prenderti subito!”
    Lei rise e mi aiutò a sdraiare i sedili. In un secondo le fui sopra e cominciai a montarla. Poco dopo cambiammo posizione: io mi misi sdraiato e lei sopra. In questo modo potevo vedere benissimo le sue grandi bocce ballare a pochi centimetri dal mio viso.
    Che figa pazzesca...
    Lei teneva gli occhi socchiusi, e gemeva. Poi, di colpo, mi accorsi che cominciò a fissare qualcosa oltre il finestrino dell'auto.
    Di cosa si trattava?
    Seguii il suo sguardo, incuriosito, alzandomi sui gomiti. E mi accorsi che a pochi metri dalla macchina c'era un uomo.
    Non si scorgeva bene in viso, avvolto com'era dall'oscurità. Vedevo una sagoma enorme, altissima e ben piazzata. Un vero e proprio energumeno ci stava spiando scopare.
    “È un guardone” dissi. “Valentina, forse è meglio andar via...”
    Ma lei aveva ripreso tranquillamente a cavalcare il mio cazzo.
    “Ma no” ansimò “che fastidio ci dà se guarda... e poi ora sono troppo arrapata, non voglio interrompere la nostra scopata”
    “Ma amore...”
    “Ssstt... stai zitto e scopami”
    Così continuai a fotterla, in parte eccitato anch'io, lo ammetto, dalla presenza dello sconosciuto. Ma mentre in me persisteva una forte parte di imbarazzo e timore, Valentina si era totalmente abbandonata alla libidine. Sentivo la sua fighetta stringersi ritmicamente attorno al mio cazzo.
    Poi la mia ragazza fece una cosa che mi sorprese: accese la luce all'interno dell'abitacolo.
    “Ehi, ma sei impazzita?” replicai. “Così ci vede bene! Così potrebbe riconoscere anche i nostri volti!”
    “Ssst...” disse lei mettendomi un dito sulle labbra “Stai zitto e continua a fottere”.
    E, incredibilmente, le diedi ascolto. Continuai a fotterla.
    Notai che il guardone si era avvicinato. Ora era solo a un paio di metri dalla macchina.
    Valentina, eccitatissima dalla situazione, si prese le grandi tette tra le mani e cominciò a massaggiarsele. Le soppesava, giocherellava coi capezzoli, mostrandole all'uomo.
    D'un tratto sentii qualcosa battere contro il finestrino. Mi voltai e vidi che l'uomo aveva appoggiato il cazzo contro il vetro.
    Alla vista di quella bestia, Valentina si arrapò ancora di più. Ora mi fotteva selvaggiamente, senza alcuna sosta. Poi la vidi chinarsi e leccare il vetro del finestrino all'altezza dell'uccello dell'uomo. Il quale, ormai arrapato oltre ogni limite, si prese il cazzo in mano e si fece una sega veloce. Dopo pochi rapidi colpi sborrò sul finestrino. Poi si allontanò.
    Poco dopo venimmo anche noi, esausti ma tuttavia soddisfatti dall'esperienza. Gli occhi di Valentina brillavano.
    “È stato molto eccitante”, mi disse “Abbiamo fatto venire uno sconosciuto...”
    Io non dissi niente. Ci ricomponemmo e ce ne andammo.


    5
    Sul finire di luglio Valentina ed io fummo invitati da alcuni amici ad una festa sulla spiaggia.
    Arrivammo sul posto verso le undici di sera, dopo aver cenato in una pizzeria. La serata era piacevole; non c'era vento e il cielo era limpido. Brillavano le stelle.
    In tutto eravamo circa una ventina di persone, tra amici e conoscenti. Notai con irritazione che, tra gli altri, c'era anche un certo Davide. Era un tipo che mi stava davvero molto antipatico. Aveva la mia stessa età e ci conoscevamo di vista. Alto, moro, due belle spalle e un fisico asciutto, aveva la fama di essere un vero rubacuori. Ma il motivo del mio astio nei suoi confronti era un altro: sapevo che aveva un debole per Valentina. Me lo avevano rivelato alcuni amici in comune, riportandomi i volgari apprezzamenti che lo stronzo aveva fatto.
    C'era da preoccuparsi?
    Sereno non ero di certo, anche perché quella sera la mia fidanzata era più figa che mai. Indossava un paio di calzoncini attillati e cortissimi, una magliettina aderente che terminava appena sopra l'ombelico e metteva in risalto quelle tette meravigliose.
    Naturalmente calamitò gli sguardi di tutti i presenti maschi... e anche quello di Davide.
    Non succederà niente, pensavo, posso stare tranquillo. Valentina ha detto di essersi pentita e forse era sincera.
    Il tempo passava e si stava facendo tardi. La serata trascorreva in allegria. Sedevamo tutti intorno al falò e chiacchieravamo e scherzavamo e ridevamo; Valentina parlottava in disparte con una sua amica ed io con due vecchie conoscenze.
    Tutto a posto, quindi.
    Ero così preso dalla conversazione che mi estraniai dagli altri per alcuni minuti. Quando finalmente cercai con gli occhi la mia ragazza, non la vidi.
    Dov'era finita?
    Subito sentii un nodo alla gola e un macigno depositarsi nel mio stomaco.
    Anche Davide era scomparso.
    Non è possibile, mi dissi. Non è possibile che...
    Mi alzai, nervoso, deciso a constatare la fondatezza del mio sospetto.
    “Vado a liberare la vescica” dissi agli amici che si trovavano vicino a me. “Torno tra poco”. Così, con la scusa di pisciare, mi allontanai e cominciai a cercare la mia ragazza.
    La mia ragazza e Davide.
    Complice il buio, non fu facile individuarli. Furono dei rumori l'indizio determinante per la mia ricerca.
    Li trovai dietro ad un cespuglio, molto distanti dal falò.
    Sentivo la voce di quel bastardo di Davide sussurrare:
    “Mmm sì brava porcellina, come me lo succhi bene, hai una lingua fantastica”
    Sentivo anche gli inconfondibili mugolii della troia, intenta a succhiare. Pompava rumorosamente, senza alcun ritegno. Che vacca...
    Mi avvicinai e mi acquattai nei pressi del cespuglio, attento a non far rumore e ben protetto dall'oscurità.
    “Ti ho desiderata dalla prima volta che ti ho vista”, continuò Davide mentre si godeva il pompino. “Me l'hai fatto diventare subito duro come un sasso. Sei una figa incredibile, Valentina”
    “Anche tu mi sei sempre piaciuto” disse Valentina staccando la bocca dall'uccello. “Ma adesso perché non mi lecchi un po' le tettone? Ne ho tanta voglia”
    Si sfilò la magliettina ed offrì i seni al porco, che cominciò a leccarli e a mungerli con gusto.
    “Mmm” gemeva la mia fidanzata “bravo così, succhia bene i capezzoli, goditi le mie bocce maiale”
    “Sono fantastiche, voglio sbatterci il cazzo in mezzo”
    “E che aspetti allora... così, ecco, posizionalo bene nel solco, senti qua come sono morbide, goditele per bene porco, sì, senti come scorre bene il tuo cazzo tra le mie bocce mmm ti piace?”
    “Tantissimo”
    “Mmmm e allora goditele bene, alla faccia del mio ragazzo... e pensare che gli avevo promesso di essere fedele, d'ora in poi”
    “Voglio scoparti” la interruppe Davide. Il bastardo si sdraiò sulla sabbia e fece salire Valentina a cavalcioni su di lui. Cominciarono a fottere senza ritegno. Quella troia gemeva di piacere.
    “Oh sì, come mi piace il tuo cazzo... mmm dai riempimi la figa per bene con la tua mazza... è molto meglio dell'uccello del mio fidanzato, oh sì sì come mi piace aah”
    Andarono avanti così per molti minuti. Davide aveva una resistenza davvero invidiabile. Geloso ed eccitato, ero però troppo sorpreso anche solo per toccarmi. Rimasi quindi immobile a sbirciare le loro sagome nel buio accoppiarsi senza ritegno.
    La cavalcata continuò ancora a lungo. Davide non perdeva occasione di baciare e leccare le grandi tette della mia fidanzata, la quale gliele porgeva felice. Mentre il porco le succhiava i capezzoli, lei gli accarezzava con dolcezza la testa.
    “Mmm sì” mugolava “il tuo cazzo nella figa e la tua lingua sui miei capezzoli sono formidabili, mi fai proprio godere come una troietta... che bel cazzo che hai, Davide”
    “E tu hai una figa fantastica, Valentina! Prendi, prendi il mio cazzo! Prendilo tutto!”
    “Oh sì oh sì”
    Passò ancora del tempo, poi Davide esclamò:
    “Adesso ho voglia di farti il culo! Ti prego, non dirmi di no”
    “Ma certo che ti offro il mio culo... a te offrirei qualsiasi cosa, sono tutta tua”.
    Si mise a pecorina sulla sabbia e agitò le sue belle chiappe davanti all'uccello di Davide. “Avanti” lo incitò “sbattimelo dentro, fammi il culo, porcone dai, non farmi attendere, inculami per bene”
    Davide appoggiò la cappella sull'ano di Valentina e in attimo fu dentro. Cominciò a pomparle il culo come un forsennato, mantenendo sempre ritmi altissimi. Lei godeva ad alta voce, per nulla intimorita al pensiero che qualcuno (e magari proprio io) potesse sentirla.
    “Oh sì! Fammi il culo, amore! Fammi il culo Davide, sbattimelo per bene nell'ano dai mmm che goduria che piacere che bello oh sì... allargamelo tutto per bene, come mai potrà fare quel cornuto del mio ragazzo”
    Eh sì: avevo la prova che Valentina non sarebbe cambiata mai, nonostante tutto quello che mi avesse detto e mi avrebbe potuto dire in futuro. Era una puttanella, una vera troietta amante del cazzo. Finché fossi rimasto con lei avrebbe continuato a riempirmi di corna.
    Dopo un po' Davide arrivò all'orgasmo. Lo annunciò compiaciuto:
    “Sto per sborrare, Valentina!”
    E lei:
    “Vienimi nel culo ti prego! Riempimi di sborra tesoro, non farti pregare! Voglio il tuo seme caldo tutto dentro di me!”
    Ansimando il bastardo venne, inondandole il culo di sperma. Poi restarono un po' abbracciati, a scambiarsi baci e carezze.
    “Dimmi che non sarà l'ultima volta, questa” disse Valentina mentre lo baciava dolcemente sul collo. “Dimmi che mi fotterai ancora altre volte...”
    “Stai tranquilla” la rassicurò lui “il mio uccello sarà tuo ogni volta che vorrai...”
    Si baciarono di nuovo, profondamente, con la lingua. Mentre si ricomponevano, io mi allontanai in silenzio e tornai al falò.

    6
    Fu una serata lunga, quella. Finché restammo in spiaggia non dissi niente e feci finta di non aver visto nulla. Affrontare il discorso in presenza di altre persone sarebbe stato imbarazzante soprattutto per il sottoscritto. Così feci la parte dell'ignaro fino al momento del ritorno.
    In macchina però mi decisi a sollevare la questione. Mentre guidavo, con Valentina al mio fianco, esordii:
    “Ti ho vista, sai?”
    Lei fece una faccia ingenua e innocente. Finse un'espressione confusa e con voce angelica ribadì:
    “Hai visto cosa?”
    “Ti ho vista fottere con Davide!” la incalzai arrabbiato. “Sei proprio una troia! Mi avevi promesso di restarmi fedele e che...”
    “Mi hai visto con Davide?” interruppe lei. La voce non era affatto allarmata, ma anzi sicura e tranquilla. Perversa, aggiungerei.
    “Sì, ti ho vista” ripetei, abbassando i toni e restando in attesa della sua reazione.
    “E di preciso, cosa ci hai visti fare?”
    “Praticamente tutto! Ho visto quando glielo succhiavi, quando lo hai preso tra le tette, poi in figa... e infine ti sei fatta anche inculare! Sei proprio una puttanella! Mi avevi promesso che...”
    “Scommetto che ti sei eccitato” m'interruppe lei con aria sorniona. “Scommetto che il mio bel cornutello si è eccitato a vedere la sua fidanzata fottere con un altro... come ai vecchi tempi...” Mentre parlava portò la mano sul mio pacco e mi accarezzò l'uccello. Lo trovò già bello duro, così disse: “Oh, ma sei ancora eccitato... bravo il mio cornutello... allora ti eccita ancora vedermi fottere con altri ragazzi...”
    “No” farfugliai “io non voglio che tu mi tradisca, sono arrabbiato, io...”
    Ma lei continuava ad accarezzarmi il pacco. Poi mi slacciò i calzoni e cominciò a menarmelo lentamente.
    “Sei un porco” mi diceva “un porco a cui piace portare le corna... mmm è stato tanto bello fottere con Davide, credo proprio che me lo fotterò ancora, dato che a te fa questo effetto... porco”
    Fui costretto ad accostare in una stradina di campagna.
    Mentre mi masturbava, Valentina continuava a parlare:
    “Mmmm che bravo maialino che , mio dolce cornutello... ecco da bravo, goditi per bene la mia mano, senti che bella sega che ti faccio... mmm goditela mentre pensi a come Davide mi ha fottuta per bene, in tutti i buchi oohh che bello che è stato, pensa al suo uccello che mi riempie, mentre ti masturbo sì,. pensa a tutto lo sperma che mi ha regalato... mmm, ti piace la sega che ti sto facendo, vero cornutello? oh sì... intanto immagina il suo cazzone tutto dentro di me... sì, ripensa a quando mi ha svuotato le palle nel culo, quel monellaccio”
    Il ritmo della sua mano unita alle sue parole mi eccitavano troppo. In breve mi trovai sull'orlo dell'orgasmo.
    “Oh sì” cinguettava quella puttana della mia ragazza “sborrami nella mano, sborra come un bravo porcellino, come un piccolo e dolce cornutello. dai, vienimi in mano, su da bravo, sborra, sborra pensando alla mazza del mio nuovo amante... cornuto... porco”
    Sborrai copiosamente.

    7
    Le immagini del suo ultimo tradimento continuavano ad avvicendarsi nella mia mente. Così, quando tornammo a casa, io ero di nuovo eccitato come un porco.
    La portai subito in camera da letto, le sollevai la maglietta e cominciai a leccarle e a baciarle le tettone.
    “Mmmm” mugolava lei “bravo il mio cornutello, leccami le bocce, le stesse bocce che poco fa si è goduto anche Davide”.
    Leccavo come un forsennato e le sue parole non facevano altro che eccitarmi. Ci spogliammo entrambi e lei me lo prese in mano. Mentre mi masturbava seguitava a parlare:
    “Bravo cornuto... sono contenta che ti ecciti vedermi con un altro... anche perché i miei incontri adulterini continueranno di certo... mmm... mi piace troppo il cazzo di Davide... potrebbe essere un buon sostituto di quello di Claudio. mi dispiace amore, ma sai, il tuo uccello non può soddisfarmi del tutto, io ti voglio bene, ma ho bisogno di ben altro, ho bisogno di veri cazzoni che mi riempiano”
    Ora mi ero stancato della sega, però, e volevo fotterla. Glielo dissi e lei mi rispose:
    “D'accordo, però prima dammi una leccatina nel culo... dai c'è tanta sborra lì, tutto il seme che Davide mi ha regalato. su leccalo un poco, vedrai come ti piace, goditelo amore, cornutello adorato”
    Senza pensare troppo a ciò che stavo facendo, mi lanciai sul suo culo e cominciai a leccarlo per bene. Raccolsi con la lingua molto del seme di Davide. Lei intanto se la godeva molto:
    “Oh che bravo cornutello che sei mmm lecca bene tutto lo sperma del mio amante mmm dai senti che buono senti com'è gustoso mmm ti piace eh? Te lo stai proprio gustando, porcellino mmm senti com'è caldo ancora... ooh, quanto mi è piaciuto sentirlo dentro, quando mi ha annaffiata per bene... dai leccami il culo cervo, leccami il culo pieno di sperma”
    Leccavo come un forsennato, infoiatissimo.
    Poi lei mi accarezzò il cazzo e disse:
    “Ma senti quanto si è eccitato il mio dolce cervo... quanto ti piacciono le corna eh? mmm dai ora da bravo, sbattimelo nel culo, nel mio culino ancora pieno dello sperma di Davide... vedrai quanto sarà bello, immergere il tuo uccello in quella calda cremina dai, che aspetti”
    Così mi sistemai con l'uccello dietro di lei e cominciai a incularla. Il suo culo era davvero ancora pieno della sborra di Davide: il porco l'aveva riempita a dovere. Sentivo il mio cazzo sguazzare in mezzo a tutto quel seme.
    “Oh!” ansimava lei da vera troietta “oh sì amore, dolce cervo... continua a fottermi il culo pieno di sperma dai, senti che bella sensazione, il tuo cazzo immerso in tutta questa gustosa cremina mmm, lo so che ti piace tanto, lo sento da come mi fotti, ti piace proprio da impazzire... dai amore, fammi il culo, come già ha fatto Davide, inculami pensando a tutte le corna che ti metterò in futuro con Davide e con altri bei cazzoni”
    Era troppo eccitante e non resistetti oltre. Gemendo venni, aggiungendo il mio sperma a quello del suo amante.
    Mi accasciai sul letto, in silenzio. Non sapevo cosa dire. Cosa mi avrebbe riservato il futuro? Di cosa era capace la mia fidanzata? Non non avevo idea. Quella che un tempo ritenevo una ragazza innocente e adorabile, era in realtà una vacca senza limiti, una puttanella sempre pronta a cornificarmi e sempre eccitata all'idea di accogliere nei suoi orifizi nuovi e pulsanti uccelli.
    Povero me!


    PARTE TERZA
    1
    Era una fredda sera d'inverno, di quelle così rigide che vorresti solo startene dentro casa, sotto le coperte. Decisi di chiamare la mia ragazza, Valentina, e chiederle se aveva voglia di raggiungermi.
    "Ciao Valentina... senti, ti va di passare la serata da me? Ci guardiamo un film, se vuoi".
    "Oh amore, mi piacerebbe, ma... stasera ho un appuntamento con Davide".
    Provai un brivido di rabbia, gelosia ed eccitazione.
    "Oh, capisco" borbottai. "Non puoi proprio annullarlo? Avevo voglia di stare con te, stasera".
    "Amore mi dispiace, ormai gliel'ho promesso, se non vado Davide ci resta male. Ti prometto però che dopo, quando mi riporta a casa, vengo subito da te, fosse anche notte inoltrata. D'accordo?"
    "D'accordo" sussurrai con un filo di voce.
    Mentre stavo riponendo l'apparecchio, sentii la voce di Valentina:
    "Amore, mi raccomando" mi disse con tono malizioso "non farti troppe seghe mentre mi aspetti!"

    2
    Attesi, come sempre frustrato ed eccitato allo stesso tempo. Nella mia mente scorrevano le immagini di Valentina, la mia amata, la mia dolce fidanzata, posseduta da quel porco, quel bastardo di Davide. Non avrei mai creduto, se qualcuno prima me lo avesse detto, di poter finire in una situazione simile. Eccitarmi pensando alla mia ragazza sbattuta da un altro... impossibile, impossibile.
    Eppure era così, e mentre i minuti passavano, e le ore pure, mi ritrovai con il cazzo in mano intento a farmi una sega. Mi immaginai Valentina china sul pacco di Davide, intenta a succhiargli il cazzo, poi prenderlo tra quelle belle tettone, infine fottere come assatanati. Sborrai nella mia mano copiosamente.
    Persi la cognizione del tempo e, sdraiato su una poltrona, chiusi gli occhi.
    Mi assopii.

    A destarmi fu il suono del campanello. Guardai l'orologio: erano quasi le quattro del mattino.
    L'aveva proprio tirata per le lunghe, quella stronza della mia ragazza! Naturalmente ero certo che si trattasse di lei. Chi altri sennò poteva piombare a casa mia a quell'ora?
    Avevo ragione.
    Valentina entrò quasi danzando sulle punte delle scarpe, visibilmente felice e soddisfatta.
    "Ciao amore!" mi salutò "Visto che sono passata? Dormivi?"
    "Sì, mi ero appisolato" ammisi. "D'altronde arrivi a quest'ora..."
    "Oh ma sai, Davide non ne aveva mai abbastanza e... oh, ma perchè non ci sediamo?"
    Ci sistemammo sul divano.
    "Allora" disse lei dopo avermi dato un veloce bacio sulle labbra. "Da dove vuoi che inizi a raccontare?"
    "Dall'inizio" risposi "voglio sapere tutto".
    Lei parve riflettere un po'. Poi disse:
    "Ho un'idea, inizierò mostrandoti una cosa!"
    Detto questo si sfilò il maglione.
    Rimasi a bocca aperta.
    Le sue grandi tette, mal contenute dal reggiseno, erano completamente ricoperte di sperma. C'era sborra ovunque, ma soprattutto nel morbido e godurioso solco. Lì si era raccolta una quantità incredibile di liquido bianco.
    Se la mia bocca si spalancò, il mio cazzo ebbe una reazione ancor più repentina: divenne subito duro come il marmo.
    "Uh, il mio amore si sta già eccitando..." disse lei, alla quale la cosa non era evidentemente sfuggita. "Vedi tutta questa bella cremina bianca? Me l'ha data Davide, è stato così gentile a regalarmene così tanta, si è proprio svuotato le palle tra le mie tette, al termine di una lunga ed eccitante spagnoletta... mmm, al solo pensiero ancora mi bagno, ha sborrato davvero tanto e non è stata neanche l'unica volta"
    "Che vuoi dire?"
    "Voglio dire che questa sera quel porcellino di Davide ha mostrato di essere un vero stallone, mi ha regalato la sua cremina ben quattro volte"
    Cazzo, pensai. Quattro volte. Ecco perché era venuta così tardi a casa mia. Era stata molto, ma molto impegnata.
    "Sei troppo troia" le dissi.
    "E tu sei troppo cornuto... dai amore, sai cosa devi fare adesso, leccami le tette piene di sborra... dai che ti piace tanto, su non farmi aspettare"
    Obbedii, con un certo piacere, non posso negarlo. Posizionai la faccia tra le sue tettone e cominciai a leccare lo sperma.
    "Mmmm" gemeva lei "senti com'è buona la cremina di Davide, senti che buon sapore che ha... goditela amore mmm lo so che ti piace tanto, piace tanto anche a me, sapessi com'è bello sentirla nella figa e nel culo"
    Io intanto continuavo a leccare. Avevo pulito per bene i capezzoli e la zona intorno, ora mi stavo dedicando al solco profondo tra quelle due montagne di carne, dove l'inondazione di quel porco era stata più copiosa.
    Ce n'era in quantità incredibile.
    Inutile dire che mentre leccavo, il cazzo continuava a indurirsi...
    "Bravo porcellino" diceva lei, posando ora la mano sul pacco e accarezzandomi il cazzo duro senza però tirarlo fuori "leccami tutta, lecca le mie tettone sporche di sborra mmm come ti piace, senti com'è buona, bravo, sei proprio un bravo cornuto... un cornutello esemplare... se farai tutto quello che ti dico, vedrai che alla fine ci sarà un bel premio per te"
    Così continuai a leccare fino a che il suo seno non fu completamente pulito.
    "Bravissimo!", mi disse. "Ora leccami anche il culo, quel porco di Davide, oltre ad avermelo sfondato, l'ha riempito bene bene"
    Si spogliò completamente, poi si mise a novanta sul divano e agitò il bel culo davanti alla mia faccia.
    "Forza amore", mi disse "tira fuori la lingua e lecca via tutta la cremina bianca, che ti piace tanto..."
    Le infilai la lingua fino in fondo, in quel buco pieno di sperma, e leccai via il più possibile. Lei gemeva, eccitata più che mai, probabilmente ripensando a quando il suo amante l'aveva inculata a dovere.
    "Mmm, che bello" ansimava "non ci sono cornutelli ubbidienti come te"
    Continuai a leccarle finché lei non mi interruppe. Mi fece sdraiare sul divano, mi slacciò i calzoni e liberò il mio cazzo durissimo.
    "E' molto più piccolo di quello di Davide" mi schernì. "Il suo bastone è incredibile... davvero, il tuo non può essere paragonato affatto a quel cazzone". Me lo prese in mano e cominciò a segarmi lentamente.
    "Sai" continuò "mi sono proprio innamorata dell'uccello di Davide, di quell'uccellone e del suo padrone... proprio non posso farne a meno... stasera mi ha farcita per bene"
    Poi quella troia di Valentina salì a cavalcioni su di me, ancora sdraiato sul divano, e s'impalò sul mio cazzo. Cominciò a muoversi lentamente.
    "Oh amore" diceva "avresti dovuto vedere come Davide mi ha farcita, come mi ha scopata a lungo e profondamente... è davvero un bravo stallone, così come tu sei un bravo cornutello... senti la sua sborra dentro la mia figa? Ah sì, sì che la senti e vedo anche quanto ti piace cornuto... coglione, senti com'è ancora calda, immergi il tuo cazzo in questa bella crema mmm dai amore scopami anche tu, scopa la mia figa che già ha accolto un altro uccello... sì mmm... quanto vorrei che Davide fosse ancora qui e mi prendesse di nuovo, quanto vorrei che al posto tuo adesso ci fosse lui"
    Ero eccitato oltre ogni limite, ma lottavo per trattenermi. Non volevo ancora venire. Mentre la fottevo, e sentivo chiaramente lo sperma di Davide nella sua figa, colarmi lungo l'asta e le palle, alzai la testa per leccarle le tettone, ma lei mi fermò.
    "Eh no" mi disse "ormai le hai pulite da tutto lo sperma del mio amante, non puoi più leccarle. quando sono pulite può leccarle solo lui, questa è una nuova regola. tu puoi goderti le mie bocce solo quando sono ricoperte di sperma ma non pensarci ora, amore... ora goditi la mia fichetta, accontentati di quella... senti com'è morbida e bella allargata, senti quanta sborra c'è dentro... mmm ti piace, vero? Davide si è svuotato i coglioni per bene"
    Continuavo a fotterla come un'indemoniato. Poi fui assalito da un dubbio..

    Già. I conti non tornavano. Valentina aveva detto che Davide era venuto quattro volte. Quattro sborrate, ed io fino a quel momento ne avevo contate (meglio dire che ne avevo trovata "traccia") solo, si fa per dire, di tre: tra le bocce, nel culo, e nella fighetta che ora mi stavo scopando. E la quarta sborrata? Forse Davide le era venuto due volte in culo, o due volte in figa, oppure due volte tra le tette. Poteva ben essere così, ma avevo un sospetto. Il sospetto che la verità fosse un'altra e ci fosse una sorpresa in arrivo.
    E infatti...

    Valentina interruppe la cavalcata e armeggiò con la borsetta, che si trovava vicino al divano.
    "Cosa stai facendo?" le chiesi.
    "Amore" mi rispose "non ti avevo forse parlato di un premio, se tu avessi fatto il bravo? Il bravo lo hai fatto, quindi il premio te lo sei meritato..."
    Quando vidi cosa tirò fuori dalla borsetta fu tutto chiaro.
    Era un preservativo, un preservativo pieno di sperma.
    "La quarta sborrata" mi spiegò "è qui dentro. Sai, dopo essermi fatta riempire culo e figa e allagare le tette, ho pensato di portarti un regalino. Così, dopo essermelo chiavato ancora a lungo e in tutte le posizioni possibili, gli ho messo un preservativo e gli ho fatto una bella sega mentre gli leccavo le palle. E' stato molto eccitante, sai, cornutello? Che buon sapore hanno le sue palle pelose! Le ho leccate a lungo, le ho succhiate come dolci caramelline, mentre la mia morbida manina faceva su e giù lungo la sua asta... alla fine è venuto, quel bravo maialino, e ha riempito tutto il preservativo".
    Riprese a cavalcare il mio cazzo stremato. Nel mentre, portò il preservativo davanti alla mia bocca e lo svuotò.
    "Lecca, porco" mi disse continuando a fottermi. "Lecca tutta la cremina di Davide. Ne vai ghiotto lo so, cornutello... quasi quanto me vero? Dai amore bevi tutto, non lasciarne neanche una goccia, non può andare sprecata. Davide è stato così gentile, non vorrai mica mostrarti scortese e rifiutare il suo dolce e caldo seme? Dai su, così... ecco, che bravo che sei... hai fatto una bella scorpacciata di sperma stasera, vero? Mmmm dai, nel frattempo continua a muovere per bene il tuo cazzetto nella mia figa piena di altro sperma mmm oh sì che bello, che maialino che sei. un coglione pervertito oooh su su da bravo... ecco, lo hai bevuto tutto"
    Continuavo a fotterla ma ormai ero prossimo all'orgasmo.
    "Bravo porcellino... ecco ora leccami le dita, che sono ancora un pochino sporche... bene... e adesso rilassati, rilassati e sborra, vieni cornutello, vieni stupido coglione, sborra anche tu nella mia fighetta"
    Non riuscii più a trattenermi. Venni copiosamente. Nulla in confronto, certo, a tutto lo sperma che le aveva regalato il suo amante.

    3
    Poco dopo Valentina andò in bagno a farsi una doccia. Io restai sul divano, immobile, il cazzo sporco di sperma, del mio e di quello di Davide, che aveva colmato poche ore prima la figa della mia ragazza e che era colato lungo tutto il mio uccello e le mie palle.
    Non sapevo cosa pensare. Non più. Nè della mia fidanzata, nè di me, nè di quella incredibile situazione. La mia mente era vuota.
    Pochi minuti dopo arrivò il sonno. Chiusi gli occhi.


    http://fidanzatocornuto.blogspot.com/

    Edited by shika - 20/6/2010, 16:47
     
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