Una madre vecchia troia

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  1. Mr.ShikaHack
     
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    Lucilla era sempre stata una donna estremamente disinibita, si era separata un anno dopo il matrimonio ed aveva avuto un'infinità di amanti. Alcune storie erano state anche moderatamente serie, ma per lo più si trattava di avventure. Non si era mai creata problemi nel portarsi a casa gli uomini che di volta in volta si susseguivano nel suo letto, e il figlio avuto dal matrimoni, Donato, era abituato a questo via vai di maschi che restavano a dormire con sua madre. Ovviamente la cosa non gli faceva certo piacere, ma sapeva di non poterci fare niente e accettava in silenzio la situazione. Con il passare degli anni gli incontri amorosi di Lucilla andavano diradandosi. Non perchè avesse messo la testa a posto, ma per la sola ragione che l'avanzare degli anni la rendevano meno appetibile. Ormai era una 63enne con qualche chiletto di troppo e il viso segnato dalla vita che aveva sempre condotto. Le sue forme generose, un tempo apprezzatissime dal sesso maschile, ora risultavano appesantite. Donato, essendo stato partorito quando la madre aveva 35 anni, aveva ora 28 anni e finalmente vedeva la sua casa non più come un porto di mare, o addirittura una casa d'appuntamento. Certo Lucilla ancora qualche volta riusciva a rimorchiare qualche maschio, ma da alcuni anni accadeva sempre più di rado. Finchè una sera Lucilla si portò in casa un ragazzo più giovane del figlio, un tipo che ad occhi e croce non aveva più di 21-22 anni. Donato non prese assolutamente bene questo particolare e per la prima volta decise di reagire. Lì per lì non disse niente e sopportò che la madre si chiuse nella stanza da letto con quel giovane, ma il giorno dopo l'affrontò. Le disse che adesso stava esagerando, che era vergognoso alla sua età farsi sbattere da un ragazzino così giovane. Insomma ne nacque una accesa discussione che in parte prese alla sprovvista Lucilla, abituata a fare quello che voleva senza curarsi del figlio. Così, se sulle prime restò interdetta, poi cercò di far valere quelli che riteneva fossero i suoi diritti. Ad un tratto la donna scoppiò in pianto dirotto e con il viso intriso di lacrime e la voce tremante disse
    -scusami, non ho mai pensato che il mio comportamento di facesse soffrire....sono stata una stupida egoista per tutta la vita....ma tu devi capirmi, ero una donna sola
    I toni di Donato si abbassarono e cercò di consolare sua madre sedendosi accanto a lei sul divano. Luisa continuava a singhiozzare ribadendo la sua solitudine e il foglio, a quel punto un tantino impietosito, l'abbracciò facendole passare un braccio dietro il collo e con la mano sulla spalla disse
    -ma mamma, tu non sei mai stata Adv
    sola, ci sono sempre stato io con te.
    Lucilla, portata evidentemente a ricondurre tutto al sesso, al chiodo fisso di tutta la sua vita, interpretò in maniera distorta le frasi del figlio e rispose
    -Hai ragione tesoro, sono stata una stupida. Non avevo bisogno di cercare fuori quello che avevo in casa. E invece di darti dolore di avrei fatto felice. Ma non farò più questo errore.
    E così dicendo baciò il figlio in bocca e si strinse a lui. Donato capì immediatamente il fraintendimento che c'era stato, anche perchè la lingua che la madre gli aveva infilato in bocca mandava un segnale inequivocabile. Il ragazzo avrebbe voluto allontanare da se la mamma, ma temporeggiò nella preoccupazione di ferirla. Quel temporeggiare risultò fatale, in quanto la vestaglia si aprì nei movimenti e la donna rimase con le enormi tette nude e la fica coperta solo da un ridotto quanto sexy perizoma. Donato ammirò quelle tette e quelle cosce carnose, e la madre trovò il cazzo già duro quando posò la mano sulla patta. L'eccitazione del figlio fu la conferma, se mai ce ne fosse bisogno nella sua mente lussuriosa e perversa, che il ragazzo volesse lui fare ciò che gli altri uomini facevano con sua madre. Ormai per Donato era troppo tardi tirarsi indietro: l'eccitazione lo aveva assalito. Rispose al bacio muovendo la lingua nella bocca di sua madre e le palpò le tette. Lucilla gli slacciò la patta facendo svettare il cazzo in tutta la sua maestosa erezione, gli scese i pantaloni e gli slip, e prendendo nella mano quella maestosa mazza disse
    -Adesso la tua mamma ti farà godere tanto, recupereremo tutto il tempo perduto.
    Si chinò e leccò per bene la cappella gonfia e violacea, percorse con la lingua tutta la mazza dura e venosa e risalì cingendo il glande tra le labbra. Lo ciucciò e poi accolse in bocca tutto il cazzo. Il figlio si abbandonò completamente a quel piacere orale tenendo le mani sulla testa di sua madre per accompagnarne i movimenti. Lucilla volle regalare al figlio un pompino fantastico fino a portarlo all'orgasmo. Non smise di succhiare avidamente andando avanti e indietro con la testa, fin quando violenti spruzzi di sborra si schiantarono sul suo palato. Lucilla ingoiò golosamente tutta la sborra, poi fissando il figlio negli occhi chiese
    -Ti è piaciuto, vero? Non smettevi più di venire! La mamma è stata brava, ma vedrai quante cosa ti farà da oggi in poi. Però anch'io ho tanta voglia.....
    E con queste parole cominciò a toccarsi languidamente la fica. Donato la guardò per qualche istante e poi, un po' per ripagare il piacere orale che gli aveva appena regalato, un po' perchè lo desiderava, si inginocchiò tra le sue gambe e le leccò la fica. Adesso era la madre a godere tenendo le mani sulla testa del figlio. Raggiunse anche l'orgasmo e a quel punto si consumò l'incesto completo. Lucilla aprì le gambe sdraiandosi sul divano, il figlio salì su di lei, si posizionò tra le gambe oscenamente aperte e la penetrò. Affondò con tutto il cazzo nella fica di sua madre e la cavalcò con foga. La donna godeva e gemeva sotto i colpi del figlio e lo incitava
    -Si, dai così, sbattimi, fottimi. Mhh fammi godere, scopami tutta....ohh che bel cazzo che ha il mio bambino e io stupida non l'ho mai fatto entrare dentro di me....adesso ti faccio divertire tutte le volte che vuoi, dai, sborrami dentro, dammi tutta la tua sborra
    Donato la scopava, baciava le tette e si riempiva le mani con quelle montagne di carne, la baciava in bocca e le toccava le chiappe abbondanti. Alla fine, dopo una lunga cavalcata, sborrò nel ventre caldo e accogliente di sua madre
    -Si godo....mamma ti godo, ti sborro dentro!!
    Il ventre di Lucilla fu invaso e riempito dalla sborra calda e pastosa di suo figlio e venne ancora una volta.
    Da allora Lucilla non ebbe più bisogno di cercare fuori i suoi amanti. Aveva in casa tutto ciò di cui aveva bisogno.

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0 replies since 14/4/2010, 13:19   8398 views
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