Il fantastico culo di mia moglie

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    Era ormai da troppo tempo che ci pensavo. Come un tarlo nel cervello ed un buco nello stomaco. Da quando ci siamo sposati, guarda caso, Claudia non mi dava più il suo splendido culo. Ne soffrivo in maniera esagerata, pensando addirittura che ci fosse qualcosa di strano in me; tipo qualcosa che non funzionasse a dovere nel mio cervello…
    Invece si trattava di semplice nostalgia. Nostalgia di quella parte del corpo di quella donna meravigliosa che era diventata mia moglie.

    Avevo tentato in tutti i modi di convincerla, ottenendo, come capita di solito in questi casi, l’effetto contrario. Mi diceva che ero diventato maniaco, pervertito, che non riusciva più a comprendere il sesso anale come desiderio di passione tra due partner ed altre cazzate di questo genere. A questo poi si sommavano i “problemini” fisici che si inventava quando non aveva altro da dire, tipo emorroidi, stitichezza oppure «« Stasera no ti prego amore, ho la pancia piena di scoregge…… »» (! ? ).

    Insomma, da questo punto di vista, me la passavo abbastanza male. Ma quando le cose cominciarono a prendere una piega irreversibile, finalmente mi arrivò un segnale.

    Eravamo a cena fuori, una delle rare che ci concedevamo, quando ad un certo punto Claudia cominciò a desiderarmi con il suo sguardo, per me inequivocabile, da un momento all’altro e senza alcun motivo particolare. Il giochino al ristorante andò avanti tutta la sera. Mia moglie mi guardava stralunata con lo sguardo perso neanche fossi stato Brad Pitt, ed io le sorridevo inebetito con il fugace sospetto di quello che sta per essere inculato e non viceversa. I dubbi comunque scomparvero quando Claudia appena fuori nel parcheggio mi abbracciò con forza infilandomi la lingua in bocca strusciandomi la patta dei pantaloni con la sua coscia sinistra. Il balletto durò una decina di minuti. Alla fine mi sussurrò all’orecchio «« Ti prego, fammi quello che vuoi, ma fammelo bene…. »» salimmo in auto e andammo a casa.

    La gonna se la tolse lei, in camera da letto, io le slacciai il reggiseno da dietro e dopo averle massaggiato lentamente le spalle feci scorrere in giù la mia lingua lungo la sua spina dorsale fino a raggiungere la base del perizoma. Dopo aver baciato e morso a lungo le natiche glielo sfilai e senza perdere tempo affondai le labbra e la lingua dentro al suo pube profumato e traboccante di saporitissimo liquore. In quella posizione, titillandole con la lingua il tenero clitoride ed ingurgitando voracemente il suo dolcissimo sugo, mi ritrovavo davanti alla punta del naso quel sospirato buchetto nero che per nulla al mondo mi sarei sognato, in quella situazione, di trascurare. Fu così che cominciai a baciarle delicatamente la corolla di carne morbida che ci stava intorno, e dopo un po’ di confidenza affondai con forza la lingua cercando di farla penetrare più in fondo possibile. Sentendo Claudia mugolare e fremere capivo che mi trovavo sulla strada giusta. Dopo aver gustato doviziosamente il mio banchetto, e verificato la morbidezza alla base del meraviglioso orifizio, che ora rimaneva leggermente schiuso, come un bocciolo di rosa, mi alzai salendo anch’io sul letto. Mi sistemai tra le cosce di Claudia che nel frattempo aveva abbassato le spalle inarcando la schiena, tenendo così il culo appena più in alto per favorire al meglio la penetrazione. Le appoggiai il cazzo durissimmo sulle natiche, e premendoglielo con forza muovendo il bacino ad intermittenza diedi inizio ad una sorta di balletto. Le massaggiavo il culo con il mio cazzo e contemporaneamente le accarezzavo la schiena fino alle cervicali. Claudia gradiva, eccome se gradiva… era bagnata fradicia tra le gambe, aveva il pelo del pube totalmente inzuppato del suo brodo e della mia saliva. Intinsi la cappella rigonfia e paonazza in quel lubrificante naturale e poi con estrema delicatezza la puntai sul sospirato buco cominciando ad entrare pian piano in paradiso…

    Claudia, che prima si torceva e dimenava, si bloccò di colpo pregando di fermarmi perché le stavo facendo male. Lo capivo dalla smorfia disegnata sulla sua faccia quando girava la testa per parlarmi. Era incredibile ma mi pareva di sentire il battito velocissimo del suo cuore pulsare sul mio glande…. Rispettai le sue richieste durante tutto l’arco della penetrazione; era brava, le faceva un male cane ma mi fece arrivare comunque fino in fondo. Cominciai allora a pomparla molto lentamente… sei, sette, otto colpi molto lenti e poi una pausa. Continuai così per un po’, poi per farla prendere fiato sfilai l’uccello lentamente. Un venticello tiepido e piacevole investì i miei coglioni. Claudia aveva mollato un’enorme scoreggia odorosa di una delicatissima fragranza dolciastra. La tirai su afferrandole le tette, la strinsi forte contro di me baciandola sul collo e riempiendola di coccole. Le nostre lingue si incontrarono e diedero vita alla sagra dello schiocco di lingua con ciucciata di calda saliva …
     
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