La Donna Perfetta

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  1. hentai67
     
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    La Donna Perfetta

    Ascoltavo le note di “calling you” nella versione di una nota autrice italiana, un album live del “95, e pensavo a quanto fosse stupenda la sua voce mentre osservavo distrattamente le poche foglie imbrunite sugli alberi e l’asfalto di sotto,
    lucido dalla pioggerellina inutile che continuava a cadere. Il traffico
    praticamente nullo rendeva crudelmente silenziosa questa città che raramente si
    fa sentire, ma che oggi appare del tutto assente. La nebbiolina che saliva pigra
    dal grande fiume dava il tocco finale ad un atmosfera che avrebbe indotto al
    misticismo il più convinto degli agnostici pur di fuggire almeno mentalmente da
    qui.
    - Che cazzo
    di tempo… - mormorai tra me appena terminato il brano che suonava nello stereo
    Mi voltai distogliendo lo
    sguardo dall’allegro panorama per soffermarmi sullo schermo del computer sul cui
    desktop appariva una delle foto scattate quest’estate nel tentativo di
    ricaricare gli occhi con i suoi colori, con il verde dei prati ed il blu
    interrotto dal grigio rosato della roccia, ma il pensiero correva ai lavori da
    terminare.

    - Al
    diavolo anche il lavoro! – pensai mentre mi rendevo conto di non pensarlo
    realmente
    Solo le due pareti completamente
    rivestite di libri riuscivano ad attivare la mia fantasia. Quelle scaffalature
    spesso opprimenti e ricettacolo di polvere riempivano il vuoto innaturale di
    quella stanza.

    Niente da fare!

    La mente si rifiutava di
    concentrarsi e continuava a divagare nonostante gli sforzi di costringerla su di
    un binario preciso. In quel momento, forse senza rendermene conto, poggiai la
    mano vicino alla tastiera per giocherellare sui tasti.

    - Riuscirò
    mai a scorgere un sorriso sul tuo volto?

    Il dolce suono della sua voce
    non mi fece sollevare lo sguardo, risposi istintivamente:

    - Il mio
    unico sorriso sei tu.

    “Bella frase!” pensai
    prendendone mentalmente nota.

    - Tu non mi
    consenti di entrare nella tua vita… - precisò lei

    - Tu
    risiedi nella mia vita… - risposi pensando: “Anche questa è buona”

    - Guardami!

    Sollevai lo sguardo e strinsi le
    palpebre per compensare la luce che proveniva dall’altra stanza, lei era lì: con
    la spalla appoggiata sullo stipite della porta, la luce delineava la sua
    splendida figura in disegnata sulla trasparenza della sottoveste di seta.

    Attese per qualche istante senza
    parlare, quindi si mosse verso di me. I miei occhi si stavano adattando alla
    luce consentendomi di cogliere i particolari di quella donna che mi stava
    dinanzi. I lunghi capelli danzavano ad ogni passo allargandosi in una nuvola per
    poi ricadere sulle spalle lentamente, la sottoveste sfiorava il bordo delle
    calze autoreggenti della stessa tonalità scoprendo una piccola porzione di pelle
    ad ogni passo mentre il seno pareva violare ogni legge fisica mantenendo
    costante la sua posizione evidenziata dai capezzoli premuti sulla stoffa.
    Chiaramente sotto non aveva altro.

    - Voglio
    sentirti parte di me… ora. Ne ho bisogno! – mi sussurrò mentre si appoggiava
    sensualmente sul bordo della scrivania.

    Non risposi verbalmente alla sua
    richiesta ma accarezzai dolcemente la gamba dal ginocchio sino alla coscia,
    quindi risalii sotto il bordo della sottoveste sino al fianco che strinsi con
    forza mentre lei si protendeva nella muta richiesta di un bacio.

    Riuscivo a percepire i suoi
    fremiti sotto il palmo della mano mentre la baciavo, aveva un buon sapore in
    bocca e mi saturava le narici con il naturale profumo della pelle eccitata.

    Ritirai la mano lungo le sue
    gambe per tornare a godere del tatto su quella superficie sensualmente resa
    scivolosa dalle calze, continuai ad accarezzarla mentre lei le apriva
    lentamente, divaricandole sino a contenermi in mezzo a loro. Non riuscivo a
    smettere di baciarla, erano troppo invitanti quelle labbra morbide e umide.
    Cercai altri punti del suo corpo sotto la seta, stringerla attraverso la
    sottoveste mi dava la sensazione di non riuscire mai ad afferrarla, ma il senso
    del tatto era esaltato dalla seta che scorreva sulle curve regolari di un corpo
    senza difetti.

    Sazio del suo profumo mi
    allontanai da lei di un passo.
    -
    Spogliati! – la pregai

    Lei mi sorrise ammiccando con
    gli occhi, quindi incrociò le mani ed afferrò il bordo della vestaglia
    sollevandolo lentamente verso l’alto. Se la sfilò sensualmente rimanendo
    elegantemente nuda, sempre fissandomi negli occhi face scivolare le mani lungo i
    fianchi per raggiungere le calze.

    - No!
    Tienile indosso.


    - Come
    vuoi!

    Voluttuosamente si sistemò
    meglio sulla scrivania allontanando alcuni oggetti che potevano disturbarla,
    quindi si lasciò cadere sino ad appoggiarsi sui gomiti. Senza bisogno di parole
    m’invitò dischiudendo le gambe sino ad esporre un pube quasi totalmente
    depilato.

    Tralasciai altri inutili
    preliminari e mi spogliai lasciando in terra i miei indumenti, mentre mi
    accingevo a prenderla studiai per un istante l’espressione del suo viso. Vi
    trovai un misto d’amore e passione, di voglia e sottomissione mentre dalle
    labbra leggermente schiuse un sospiro attendeva di uscire.

    La penetrai scivolando in lei, o
    meglio risucchiato nel suo ventre accogliente. Era calda, umida, dilatata ma
    avvolgente. Il suo corpo avvolse il mio sesso circondandolo di soffice carne.
    Muoversi dentro di lei era la cosa più naturale che il mio istinto poteva
    immaginare. La vedevo reagire ad ogni minimo stimolo mentre il suo corpo si
    muoveva in sincronia con il mio. Immersa nel piacere assumeva in modo del tutto
    naturale quelle pose che meglio esaltavano la sua sensuale bellezza. La sentivo
    sempre meglio, più il piacere si impadroniva di lei meglio si muoveva sotto di
    me, era irresistibile; specie le sue espressioni di puro godimento dipinte sul
    viso.

    Ad un certo punto, invece di
    dilatarsi ancora di più, la sentii stringersi sul mio membro donandomi uno
    stimolo troppo intenso da sopportare. Mi lasciai trasportare dal mio piacere
    sicuro che lei mi avrebbe seguito sino in fondo, infatti quando ad un passo
    dall’orgasmo mi spinsi completamente nel suo ventre, lei inarcò tutto il corpo e
    lasciò uscire un lunghissimo gemito di piacere dalla bocca spalancata. Eiaculai
    dentro quel corpo che fremeva sotto di me cogliendo distintamente le lunghe
    contrazioni involontarie del suo bacino.

    Non mi lasciò arretrare al
    termine ma volle avvinghiarmi tra le sue gambe per un lungo bacio ancora carico
    di passione. Solo quando il languore post orgasmico la vinse mi lasciò andare.

    - Grazie! –
    sussurrò mentre raccoglieva la sottoveste prima di uscire dalla stanza.

    Mi accomodai sulla poltrona
    dinanzi ai Pc e mi concessi qualche istante per riprendere fiato, quindi
    allungai la mano destra verso il mouse e selezionai l’icona in basso a destra
    sullo schermo mentre mi levavo il casco per la realtà virtuale dalla testa.

    Sul monitor apparì un volto del
    tutto simile a quello della donna che avevo appena avuto sotto di me.

    - Allora? –
    domandò l’immagine

    - … è
    troppo perfetta, non può funzionare! – Affermai dopo una breve meditazione

    - Come
    sarebbe a dire “troppo perfetta”? – domandò il volto nello schermo

    - Non è
    credibile… troppo bella, troppo sensuale, troppo disponibile, troppo innamorata,
    troppo perfetta durante l’amplesso… è troppo femmina!

    - Allora la
    simulazione è perfetta! – costatò lei

    - Troppo! –
    sottolineai

    - Ma non è
    la donna che sogna ogni uomo?

    Mi concessi qualche istante
    prima di risponderle.

    - A letto…
    per una volta… sicuramente, ma poi la sua perfezione la rende non credibile.

    - Come
    sarebbe a dire?

    - Le donne
    non sono così! – costatai

    - Ma se
    l’ho creata a mia immagine e somiglianza…

    - Guarda
    che questa frase è vecchia… questo sistema è già stato usato da qualcuno di
    “famoso”

    - No,
    intendevo dire che ho cercato di creare una donna come me… insomma tu mi
    capisci… tu sai…

    - Che tu
    non sei così perfetta… per questo ti amo!

    Il viso nello schermo assunse
    un’espressione inizialmente delusa, poi sorrise.

    - Tu mi ami
    perché sono imperfetta?

    - No,
    perché sei reale.

    - Allora
    cosa ne facciamo di lei?

    - La
    rendiamo leggermente più imperfetta… così sarà una vera donna. Poi inizieremo a
    creare i vari layout con corpi diversi.

    - Uffa…!

    - Ci lavoro
    su io…questa notte, tanto… no ho nulla di meglio da fare.

    - Davvero?
    – domandò il viso

    - Sì!
    Quando torni?

    - Tra due
    giorni, spero!
    - Bene, non
    vedo l’ora d’avere una donna vera tra le mani…

    -
    Imperfetta vorrai dire!

    - No, vera…
    amore!

    - Grazie
    ma… vedi di non lavorare troppo con “lei”…

    - Sei
    gelosa?

    - No… in
    fondo lei è me… ma sai com’è…

    - È un
    lavoro duro…ma qualcuno lo deve pur fare!
     
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