ITALIANO : Le sequenze narrative

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    Ogni testo narrativo può essere suddiviso in parti o unità narrative, dette sequenze, ciascuna delle quali espone un momento in sé compiuto della storia, un episodio che può essere isolato nell’insieme della storia.
    Suddividere, «scomporre» un testo in sequenze consente di comprendere e analizzare il testo stesso in modo più preciso e approfondito.
    La prima fase di fronte alla quale ci troviamo nell’analisi di un testo, letterario o non letterario, è la divisione in sequenze.
    La sequenza è una porzione di testo dotata do autonomia sintattica e di contenuto che sviluppa un discorso in sé compiuto.

    COME SUDDIVIDERE UN TESTO
    IN SEQUENZE



    Innanzitutto è importante osservare con attenzione la grafica del testo perché, in genere, capoversi e spaziature grafiche segnalano l’inizio di una nuova sequenza. Il passaggio da una sequenza all’altra, comunque, è sempre segnalato da qualche cambiamento significativo:
    ■ cambia il luogo dell’azione;
    ■ cambia il tempo dell’azione;
    ■ entra in scena un nuovo personaggio;
    ■ esce di scena un personaggio;
    ■ si verifica un fatto nuovo (un imprevisto, un colpo di scena...) che muta il corso degli eventi;
    ■ cambia il tipo di sequenza
    ■ di un commento da parte del narratore
    ■ cambiamento di tempo


     TIPI DI SEQUENZE

    ■ narrative, nelle quali vengono raccontate le azioni dei personaggi o i fatti, le vicende che li riguardano. Sono dette anche dinamiche perché, in effetti, danno movimento alla narrazione, determinano lo sviluppo del racconto:
    CITAZIONE
    D’un tratto, Edmondo uscì dalla grotta e si
    mise a correre attraverso l’isola spaventando
    le capre selvatiche.

    ■ descrittive, nelle quali vengono descritti personaggi, luoghi, oggetti:
    CITAZIONE
    Da un lato c’erano case normali, quasi tutte
    di legno. Dall’altra parte c’erano costruzioni
    improvvisate, che spesso erano soltanto un
    tetto sostenuto da pali; quasi tutte sembravano sul punto di crollare.

    ■ riflessive, nelle quali vengono riportati pensieri, riflessioni, giudizi del narratore o di un personaggio. Sono dette anche statiche perché producono un rallentamento o addirittura un arresto del movimento narrativo:
    CITAZIONE
    La mia fortuna – dovevo convincermene –
    consisteva appunto in questo: nell’essermi liberato della moglie, della suocera, dei debiti, delle afflizioni umilianti della mia prima
    vita. Ora, ero libero del tutto. Non mi bastava? Eh via, avevo ancora tutta una vita innanzi a me!
    (da L. Pirandello, Il fu Mattia Pascal, A. Mondadori, Milano)

    ■ dialogiche, nelle quali vengono riportati i
    dialoghi, ossia le parole, le battute che i personaggi si scambiano tra loro:
    CITAZIONE
    «Lo conoscete personalmente?»
    «Sì, sire, e so che ha portato a termine missioni molto delicate.»
    «Possiede sangue freddo, intelligenza?»
    «Possiede tutto ciò che serve per l’impresa.»
    «È robusto?»
    «Può sopportare freddo, fame, sete, fatica...»
    «Ha un fisico di ferro, dunque. E il cuore?»
    «Il cuore è d’oro, sire.»
    «Come si chiama?»
    «Michele Strogoff.»

    LA STRUTTURA DEL TESTO NARRATIVO
    Ogni testo narrativo, a qualunque genere appartenga, presenta una struttura ricorrente che ne costituisce, per così dire, l’ossatura di base. Essa risulta articolata in quattro momenti fondamentali:
    1. esposizione che consiste nella presentazione dei personaggi e della situazione iniziale. Questa può essere contrassegnata o da un conflitto di interessi (per esempio, il contrasto tra Achille e Agamennone all’inizio dell’Iliade), oppure da una condizione di equilibrio, di tranquillità e di pace (per esempio la prima pagina de I Promessi Sposi).


    2. esordio ovvero l’avvenimento che mette in moto l’azione, modificando la situazione iniziale (l’incontro di Don Abbondio con i Bravi per volere di Don Rodrigo).

    3. peripezie cioè l’insieme degli avvenimenti che modificano di volta in volta la situazione in cui opera il protagonista. Nel corso delle peripezie entrano in azione altri personaggi che svolgono il ruolo di aiutanti o di oppositori, secondo che aiutino od ostacolino il protagonista nel conseguimento del suo obiettivo. L’evoluzione della vicenda prosegue con un progressivo aumento di tensione (spannung) che raggiunge il culmine in prossimità dello scioglimento finale.

    4. scioglimento è il momento conclusivo che determina il ritorno all’equilibrio in positivo (lieto fine) o in negativo (morte dei personaggi principali).

    CITAZIONE
    IL PUNTO DI VISTA O FOCALIZZAZIONE

    Quando si analizza un testo narrativo è molto importante stabilire da quale punto di vista sono presentati i fatti. Gli studiosi sono concordi nel distinguere tre tipi di focalizzazione:
    Focalizzazione zero: si verifica quando i fatti sono raccontati da un narratore onnisciente che è a conoscenza di tutta la vicenda, legge nel pensiero e nell’animo dei personaggi e sembra osservare dall’alto lo svolgersi degli eventi (ad esempio “I Promessi Sposi”).
    Focalizzazione interna: si verifica quando il narratore assume il punto di vista di un personaggio, sicché i fatti vengono giudicati e osservati dall’interno dell’ambiente rappresentato. La focalizzazione interna può essere fissa (un solo personaggio) o multipla (diversi punti di vista) (ad esempio i romanzi di Svevo).
    Focalizzazione esterna: è il racconto assolutamente oggettivo. Il narratore, che osserva i fatti dall’esterno, è solo un testimone che ne sa meno di quanto sappia qualunque personaggio (ad esempio: il verismo, i romanzi gialli o d’avventura).

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