Trieste - Saba [Riassunto e commento]

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  1. <Petrosyan>
     
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    Trieste

    Ho attraversata tutta la città.
    ho attraversato tutta la città
    Poi ho salita un'erta,
    poi sono salito su una salita ripida
    popolosa in principio, in là deserta,
    all'inizio molto trafficata e poi verso la fine quasi deserte
    chiusa da un muricciolo:
    e chiusa da un muro
    un cantuccio in cui solo
    c'è li un angolo in sui da solo
    siedo; e mi pare che dove esso termina
    mi siedo e mi sembra che dove questo finisce
    termini la città.
    finisce anche la città
    Trieste ha una scontrosa
    Trieste ha una grazia scontrosa
    grazia. Se piace,
    se piace è come quando piace
    è come un ragazzaccio aspro e vorace,
    un ragazzaccio dal carattere aspro e vorace
    con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
    che ha grandi occhi azzurri e delle mani grandi
    per regalare un fiore;
    per regalare un fiore
    come un amore
    come un amore
    con gelosia.
    con gelosia
    Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
    da questa slaita ogni Chiesa, e ogni vi della città
    scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
    si vede e si vede fino all'affollata spiaggia
    o alla collina cui, sulla sassosa
    e alla collina in cui sulla cima
    cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
    piena di sassi sorge un casa
    Intorno
    intorno
    circola ad ogni cosa
    circola ogni cosa
    un'aria strana, un'aria tormentosa,
    c'è un'aria strana e tormentosa
    l'aria natia.
    è l'aria del luogo in cui sono nato
    La mia città che in ogni parte è viva,
    la mia cità è viva in ogni sua parte
    ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
    e ha per me questo angolo fatto apposta per me e per la mia vita
    pensosa e schiva.
    pensosa e appartata


    Commento:
    Il poeta da una visione di Trieste da un punto di vista panoramico, mentre pensa al travaglio della sua vita. Trieste e una donna si intitola la raccolta nella quale Trieste e Lina assumono per la prima volta il loro inconfondibili aspetti; sono amate per quello che hanno di proprio di inconfondibile... Trieste è la prima poesia di Saba che testimonia la sua volontà di cantare Trieste proprio in quanto Trieste e non solo in quanto città natale.
    La descrizione del fascino di questa città non è fatta con l’animo del visitatore, non è una pagina di un giornale di viaggio, ma vibra del commosso affetto di chi vive in questa città, la sente sua e trova in essa il cantuccio a lui adatto, alla sua vita pensosa e schiva. Trieste diventa addirittura espressione e proiezione dello stato d’animo del poeta, alla "grazia scontrosa" della città fa riscontro la "vita pensosa e schiva" del poeta. Il soggettivo e l’oggettivo si identificano con assoluta fusione lirica.




    la dichiarazione di Saba di voler «cantar Trieste proprio in quanto Trieste e non solo in quanto città natale». In realtà la descrizione della grazia scontrosa, del fascino di questa città che in ogni parte è viva non è fatta con l'animo del visitatore, non è una pagina di giornale di viaggio, ma vibra del commosso affetto di chi vive in questa città, e la sente sua e trova in essa il cantuccio a lui adatto, alla sua vita pensosa e schiva. Anzi, Trieste diventa addirittura espressione e proiezione dello stato d'animo del poeta: alla grazia scontrosa della città fa riscontro la vita pensosa e schiva del poeta. Nella lirica quindi «il soggettivo e l'oggettivo si identificano con assoluta fusione lirica» (C. Muscetta).

    Scegliamo questa lirica (che ha versi di esemplare linearità: 1; 8-9; 15-16; 19-22) per richiamare l'attenzione sui dati fondamentali da cui dipende la singolarità della poesia di Saba nel panorama del Novecento: la dimensione di «poesia discorso» (Beccaria), la chiarezza (e Chiarezza appunto era il titolo che egli aveva pensato di dare al Canzoniere), la sua decisa scelta non per una poesia che suggerisce ma per una poesia che nomina (Debenedetti) e che utilizza il significante anzitutto e soprattutto per le sue valenze semantiche e non per i compiacimenti fonici che finiscono col dissolvere il significato. Scrive a questo proposito Gian Luigi Beccaria:

    In pochi libri del Novecento si entra con facilità come nel Canzoniere. Una ingannevole innocenza, certo, una facilità apparente. Comunque, il non aver calcato la mano né sul culto né sull'"inesprimibile", garantiva ai suoi versi "popolarità" (anche scolastica), per quell'aver cercato sempre di dare un nome preciso all'emozione, al quadro, al sentimento e alla parola che li rappresenta. La parola non si rendeva autonoma dalla frase, e del fraseggio poetico non oscurava il senso.
    Lo riportava dunque all'«inattuale», fuori del clima generale simbolistico-decadente, la linea tutta psicologica ed esistenziale di un Canzoniere romanzo personale del poeta, poema di una vita, gremito di concretezza, di particolari quotidiani: incontri, visi, angoli di città, il porto, i vapori che partono, le osterie di campagna, le piazze affollate, il frastuono di una fiera. Gioioso o amaro il quotidiano intride il suo verso, e la poesia del quotidiano è ritratta senza il distacco, l'accidia crepuscolare vuoi nelle forme vuoi nella sostanza.

    Quanto alle forme, nonostante D'Annunzio, nonostante Pascoli, esse perdurarono in Saba aliene da autonomie di dizioni liberate, atte a comporre dissolvenze del significante dissolventi il significato. Il significante non era rivissuto con la moderna sensibilità "musicale" per l'armonia sottile e sofisticata dello stile verso cui la grande poesia coeva era diventata sensibile, se penso alla generale attenzione per la sostanza fonica del verso cui il senso restava come "subordinato", al gusto simbolistico-decadente che cercava di derivare il messaggio effettivo del componimento dalla sostanza quasi fisica e sensuale del linguaggio. Saba restava il romantico ottocentesco che nutre fiducia nel verso chiaro e trasparente, quello che addita, fa apparire un mondo e lo rischiara. Il suo costituzionale antiermetismo si volgeva ad un discorso sempre articolato e sintattico, al limite spesso della semplicità e della prosa.
     
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0 replies since 22/5/2009, 15:54   9413 views
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